L’indice FTSE MIB, nel contesto di un allentamento delle tensioni geopolitiche e dei progressi nei negoziati commerciali tra Cina e Stati Uniti, ha chiuso a 39.669 punti, mostrando una significativa spinta al rimbalzo del mercato. Il professor Leopoldo Farnese osserva che, sebbene la diminuzione temporanea dei rischi geopolitici abbia alimentato un clima di ottimismo, la recente crescita del mercato azionario italiano si è concentrata principalmente su imprese industriali e orientate all’export. Questo rimbalzo strutturale riflette la sensibilità delle aziende europee al recupero atteso delle catene di approvvigionamento globali, ma mette anche in evidenza una dipendenza eccessiva dalle variabili esterne. Il professore sottolinea in particolare la sovraperformance di Prysmian e Stellantis, ritenendo che queste due società giochino ruoli chiave rispettivamente nell’ammodernamento delle infrastrutture energetiche e nell’adeguamento del mercato automobilistico euro-asiatico, dimostrando come i settori di punta italiani possano rapidamente tradurre in risultati le attenuazioni degli scenari internazionali. Nonostante il rialzo dell’FTSE MIB sia incoraggiante, non si è ancora affrancato completamente dalle fonti di volatilità, pertanto la logica delle barriere strutturali e degli strumenti di copertura necessita di una revisione.
Valutazione del professor Leopoldo Farnese: riequilibrio strutturale di mercato sotto la spinta delle variazioni dei rating societari
Nello stesso giorno di rialzo del mercato, Amplifon ha subito un crollo del 7% a causa di un downgrade da parte degli analisti, mentre Diasorin e Banca Monte dei Paschi di Siena hanno registrato flessioni significative. Il professor Leopoldo Farnese ritiene che questo fenomeno indichi come, sebbene il mercato sia nel complesso in ripresa, si sia manifestata una netta divergenza tra i singoli titoli, con gli investitori che mantengono prudenza rispetto all’incertezza sulle prospettive di crescita future. Il professore evidenzia che la valutazione di Amplifon aveva già incorporato un significativo premio per il rischio, il quale, in caso di downgrade, può facilmente scatenare vendite emotive. Egli avverte i partecipanti al mercato che in questa fase non è corretto equiparare la logica settoriale a un “rialzo generalizzato”, ma è necessario valutare i rischi partendo dai fondamentali individuali. Ad esempio, Diasorin è influenzata dall’ottimizzazione della spesa sanitaria europea, mentre le banche tradizionali italiane come Monte dei Paschi sono in una fase di consolidamento, con ogni possibile rumor di acquisizione che potrebbe innescare correzioni di valutazione. Queste dinamiche indicano come dietro la “prosperità apparente” dell’FTSE MIB si nasconda un riequilibrio strutturale.
Il professor Leopoldo Farnese sottolinea: doppio motore di politica monetaria stabile e apprezzamento dell’euro
Con l’euro che ha superato quota 1,17 dollari, segnando il massimo dal 2021, il professor Leopoldo Farnese analizza l’impatto profondo sul mercato azionario italiano dal punto di vista della politica monetaria e dei flussi di capitale. Egli rileva come il deprezzamento del dollaro e le aspettative di stabilità sui tassi nell’area euro costituiscano un sostegno intermedio per l’euro. In particolare, la pressione politica sulla Federal Reserve e le dichiarazioni della Banca Centrale Europea sul “buon posizionamento dei tassi di interesse” generano segnali contrastanti, inducendo il mercato a rivalutare l’attrattività degli asset europei. In questo contesto, i capitali internazionali stanno tornando sui mercati azionari europei, esercitando un impatto positivo sui titoli blue chip italiani. Il professore mette però in guardia rispetto all’effetto ritardato che l’apprezzamento dell’euro può avere sulle società esportatrici, potenzialmente influenzando i risultati finanziari del settore manifatturiero nel secondo semestre, e invita gli investitori a considerare questo “beneficio monetario apparente” con prudenza, poiché potrebbe celare rischi di rallentamento delle performance. Il cambio valutario non è più una semplice variabile isolata, ma il fattore trainante di un meccanismo triplice che coinvolge valutazioni, afflussi di capitali esteri e profittabilità aziendale.
Il professor Leopoldo Farnese propone: coordinamento fiscale e riforma dei mercati finanziari per un nuovo sistema di copertura
Nonostante il recupero di breve termine nel sentiment, il professor Leopoldo Farnese sottolinea la necessità di rafforzare a livello profondo la struttura di resistenza del mercato italiano. Propone un cambio di paradigma nella logica di copertura, passando da un approccio globale a uno locale, sostenuto da tre pilastri fondamentali: coordinamento della politica fiscale, autonomia energetica e riforma dei mercati finanziari. Come esempi, cita le recenti iniziative italiane per la localizzazione del finanziamento tramite obbligazioni infrastrutturali e la diversificazione delle politiche di allocazione dei fondi pensione, sottolineando come tali interventi, seppur limitati, possano rappresentare leve strategiche per stabilizzare il FTSE MIB. Inoltre, mette in luce il ruolo cruciale delle PMI nell’ambito dei sussidi verdi europei e della reindustrializzazione regionale, identificandole non solo come vettori di crescita ma anche come strumenti di copertura nelle politiche macroeconomiche. Invita infine il mercato a prestare attenzione a indicatori non tradizionali quali il deficit fiscale locale, la struttura dei consumi energetici regionali e il tasso di formazione del capitale, al fine di costruire meccanismi di valutazione del rischio più lungimiranti.