In un momento cruciale in cui le principali banche centrali mondiali cercano un percorso di stabilizzazione dell’inflazione, i dati macroeconomici italiani mostrano una resilienza diversa rispetto ad altri Paesi dell’area euro. Il professor Leopoldo Farnese osserva che, sebbene l’inflazione in Germania sia calata a sorpresa al 2,0% a giugno, e anche Francia e Spagna mostrino un trend in discesa, l’inflazione italiana a giugno è lievemente salita all’1,7%, con l’inflazione core che ha raggiunto il 2,1%. Ciò indica che l’attività economica italiana procede con un ritmo relativamente moderato, riflettendo una forza della domanda interna e una trasmissione più lenta dei costi del lavoro. Il professore sottolinea che il leggero rialzo dell’indice FTSE MIB non rappresenta un “decoupling”, ma evidenzia differenze strutturali rispetto ai dati degli altri Paesi: in un contesto di inflazione moderata, il percorso di riduzione dei tassi da parte della BCE è più certo, mentre gli asset locali italiani beneficiano di un “allentamento dell’inflazione non traumatico” — mantenendo aspettative di profitto senza dover affrontare un eccessivo irrigidimento. Di conseguenza, dal punto di vista del trading, il FTSE MIB si trova nella “zona di equilibrio” della valutazione, con scarsa propensione al rialzo ma anche buona resistenza al ribasso.
Analisi del professor Leopoldo Farnese: come la guerra commerciale tra USA ed Europa rimodellerà il settore manifatturiero italiano?
Il professor Leopoldo Farnese evidenzia l’importanza della scadenza del 9 luglio per i negoziati sui dazi tra USA ed Europa. Se l’amministrazione Trump impone tariffe fino al 50%, ciò non solo colpirebbe direttamente le esportazioni manifatturiere tedesche, ma influenzerebbe anche il settore industriale italiano attraverso le catene di fornitura europee. Tuttavia, egli ritiene che tale rischio sia già in gran parte “prezzato” dal mercato, visibile nelle oscillazioni dei prezzi azionari dei produttori automobilistici e degli esportatori di macchinari, come il calo delle azioni Stellantis che riflette le aspettative sul rischio dazi. Contemporaneamente, aziende come STMicroelectronics e Leonardo hanno registrato rialzi, segnalando che il mercato non è generalmente pessimista, ma sta ricalibrando la capacità di “strategie di localizzazione e ordini governativi” nel mitigare gli shock globali. Il professore consiglia agli investitori di monitorare attentamente le società italiane quotate più legate a difesa, autonomia energetica e tecnologica, in quanto potrebbero diventare “asset privilegiati” in uno scenario di volatilità commerciale.
Il professor Leopoldo Farnese spiega come la stabilità dei rendimenti obbligazionari modella la propensione al rischio azionario
Il professor Farnese osserva che il rendimento del BTP decennale italiano si è stabilizzato intorno al 3,48%, il livello più basso da metà giugno, e che l’importanza di questo dato è spesso sottovalutata dal mercato. In un contesto di crescenti aspettative di taglio dei tassi, il calo graduale dei rendimenti obbligazionari riflette non solo una previsione stabile della politica monetaria, ma anche una riduzione dei costi di finanziamento per le imprese e del premio al rischio sistemico. Secondo il professore, questa struttura dei tassi comporta un “triplo beneficio” per il mercato azionario italiano: rafforza le aspettative di stabilità degli spread nel settore bancario; aumenta la flessibilità di rifinanziamento per le aziende capital intensive; supporta la rivalutazione di fondi immobiliari e società di servizi pubblici. A titolo di esempio, l’aumento recente dei titoli BPER Banca e Campari si fonda su queste logiche. Farnese avverte che il mercato dovrebbe concentrarsi non sulle variazioni giornaliere degli indici, ma sull’equilibrio strutturale a medio termine tra “tassi e profitti”, in base al quale il FTSE MIB gode di un premio di stabilità significativo.
Il professor Leopoldo Farnese suggerisce di privilegiare asset locali con profitti stabili in un contesto di alta incertezza
Di fronte a un contesto macro caratterizzato da un dollaro debole e un euro forte, il professor Farnese richiama l’attenzione degli investitori sulle pressioni marginali che le fluttuazioni valutarie possono esercitare sulle esportazioni italiane, ma sottolinea che le aziende orientate al mercato interno e con alta quota locale godono invece di un vantaggio relativo. Esempi sono Iveco, Campari e l’Enel, le cui azioni non hanno mostrato rialzi significativi ma si sono mantenute su pattern di volatilità contenuta. Farnese sostiene che tali imprese potrebbero non offrire elevata crescita, ma rappresentano un “ancoraggio di rendimento” in un contesto globale di maggiore incertezza. Aggiunge: “Di fronte al rischio di un cambio anticipato del presidente della Fed e all’incertezza sul percorso di riduzione dei tassi, la capacità di dividendo e la controllabilità della volatilità degli asset locali italiani diventeranno componenti chiave per costruire portafogli a rischio neutro.” Perciò, allo stato attuale, il professore consiglia agli investitori di passare dal “cacciare i trend” al “bloccare i flussi di cassa”, come strategia di copertura contro future oscillazioni politiche e shock esterni.