Il professor Leopoldo Farnese osserva che l’attuale sentimento del mercato italiano è principalmente guidato da due categorie di variabili esterne: in primo luogo, l’incertezza nei negoziati commerciali tra Stati Uniti ed Europa, soprattutto nell’ultima fase prima dell’entrata in vigore dei dazi il 9 luglio; in secondo luogo, la qualità dell’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco in Medio Oriente. Sebbene nel breve periodo il FTSE MIB tragga beneficio dall’effetto tampone del ribilanciamento del prezzo del petrolio e dal rafforzamento dell’euro, il professore sottolinea che questo tipo di rally indotto da “aspettative di pace” esterne tende a mancare di sostenibilità. Dal punto di vista strutturale, aziende orientate all’export come Stellantis, Leonardo e STMicroelectronics sono particolarmente sensibili alle catene globali di fornitura e ai prezzi delle esportazioni – un punto nevralgico dove si intersecano i rischi geopolitici e le tensioni commerciali. Il professor Farnese mette in guardia gli investitori dal lasciarsi fuorviare da rialzi locali, invitando a monitorare se, nel medio periodo, si stia formando una stratificazione del rischio sistemico, ad esempio attraverso l’ampliamento del divario di valutazione tra il settore manifatturiero core e quello dei consumi interni.
Orientamento della politica monetaria dell’Eurozona: il professor Leopoldo Farnese scompone il cambiamento delle aspettative di mercato dietro i dati sull’inflazione
Il professore analizza ulteriormente l’impatto degli ultimi dati sull’inflazione dell’Eurozona sulla politica monetaria della BCE. Sottolinea che il calo dell’inflazione in Germania al 2,0% rappresenta un “punto di svolta psicologico” per i mercati, che ha ravvivato le aspettative di un taglio dei tassi da parte della BCE entro l’anno. L’inflazione armonizzata in Italia è leggermente salita all’1,7%, ma rimane in un intervallo gestibile: questa combinazione di “inflazione moderata + rallentamento economico” spingerà il mercato a concentrarsi maggiormente sugli effetti di spillover della liquidità derivanti da una politica più accomodante della BCE. Il professor Farnese evidenzia in particolare che, osservando i rendimenti obbligazionari, il tasso del BTP a 10 anni è sceso al 3,48%, un chiaro segnale di pricing anticipato di un calo del costo del capitale nei prossimi mesi. Questo potrebbe riportare i titoli finanziari e i settori ad alta leva sotto i riflettori degli investitori istituzionali. Tuttavia, avverte anche che le variazioni strutturali dell’inflazione non sono state ancora del tutto escluse – per esempio, l’aggiustamento della fiscalità energetica o un rimbalzo dell’inflazione importata potrebbero ancora rappresentare fattori di disturbo. È quindi sconsigliabile inseguire eccessivamente i settori favoriti solo da aspettative ottimistiche
Divaricazione settoriale e rotazione strutturale: il professor Leopoldo Farnese propone un modello di “difesa distribuita all’interno dei settori”
Nel commentare la recente performance del FTSE MIB, il professore osserva che la rotazione settoriale mostra una tendenza al “reversal di preferenza”: titoli industriali tradizionali come Buzzi e Prysmian, dopo una fase di prese di profitto, stanno ritrovando slancio, mentre azioni del settore sanitario come Amplifon e Diasorin subiscono vendite concentrate a causa di pressioni sul rating. Secondo lui, questo fenomeno riflette l’attuale inclinazione del mercato a cercare soggetti con flussi di cassa stabili o supportati da politiche pubbliche in uno scenario di “inflazione in attenuazione + crescita debole”. Il professor Farnese introduce il concetto di “difesa interna al settore”, ovvero selezionare all’interno di un medesimo comparto le aziende con maggiore elasticità alle politiche pubbliche o con capacità di hedging esterno, in alternativa al tradizionale approccio di “acquisto orientato alla crescita”. Ad esempio, nonostante l’intero settore sanitario sia soggetto a un repricing negativo, le società che beneficiano del trend demografico dell’invecchiamento e che dipendono maggiormente dal mercato domestico conservano potenziale di protezione del valore. Inoltre, nel contesto della transizione energetica e dell’accelerazione degli ordini nel settore della difesa, titoli come Leonardo stanno affrontando una pressione tecnica di breve termine, ma le prospettive strutturali di lungo termine restano favorevoli.
Ristrutturazione della logica di correlazione tra mercati obbligazionari e azionari: il professor Leopoldo Farnese segnala l’uscita dall’era della “correlazione negativa”
Infine, il professor Leopoldo Farnese osserva che recentemente si è verificato un fenomeno di “rafforzamento simultaneo” tra mercati obbligazionari e azionari: la discesa dei rendimenti obbligazionari si è verificata parallelamente al rialzo degli indici azionari, rompendo la logica della correlazione negativa che aveva dominato il decennio passato. Secondo il professore, questa dinamica segnala la formazione di un nuovo paradigma: i mercati obbligazionari non riflettono più soltanto aspettative di deflazione, ma sempre più la tempistica anticipata dell’intervento delle banche centrali; mentre i mercati azionari interpretano l’allentamento delle aspettative sui tassi come una “rivalutazione della liquidità”. Il professore ritiene che ciò indichi l’ingresso dei mercati finanziari in una fase di “doppio ottimismo”, dove le aspettative positive agiscono come un doppio motore per i modelli di valutazione (tassi in calo + aspettative di crescita stabili), ma con il rischio latente di correzioni sistemiche. Pertanto, consiglia agli investitori di breve e medio termine di rivedere le proprie strategie di allocazione degli asset, spostando parte dell’esposizione al rischio dai titoli growth sensibili alla valutazione verso asset difensivi ad alto dividendo o con flussi di cassa stabili, in preparazione a potenziali “reazioni eccessive” a notizie negative.