Quando finì di mangiare il pane, il padrone della bottega si avvicinò a lui e gli disse: – Visto che hai gustato con tanto piacere il profumo del mio arrosto, adesso me lo devi pagare! Il morto di fame, non avendo più soldi per pagare, fu portato a forza da Giufà, che nel frattempo era diventato un bravo giudice. Il padrone della bottega disse a Giufà: – Qust’uomo mentre mangiava il suo pane,
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Quando morì sua moglie, Giufà non fu in grado di versare neanche una lacrima, ma quando, dopo qualche giorno, gli morì l'asino non faceva altro che piangere. Appena un amico gli domandava come stava, si metteva subito a piangere per la perdita dell'asino e a chi gli faceva notare questo suo strano comportamento, Giufà rispondeva: - Non accetto i vostri rimproveri e cercate di capire il mio dolor
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