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Lunedì 15 Maggio 2017, Il copyright nasce in Inghilterra nel XVI secolo come strumento di controllo rispetto alla diffusione delle opere pubblicate con sempre maggiore facilità grazie all’avvento della stampa. Con l'imporsi delle idee liberali si ridussero le politiche di controllo e ciò causò la fine del monopolio delle caste editrici. La prima norma che regolamentava il copyright anche nell’ottica di una protezione degli autori risale al 1710, cui seguirono le normative negli altri Paesi europei. Queste normative, nel corso del XX secolo, si sono scontrate, da una parte, con l’evoluzione tecnologica e, dall’altra, con la globalizzazione. Di conseguenza, è emersa la necessità di una revisione della normativa. In Europa la revisione della prima normativa in materia di copyright, risalente al 2001, è oggetto di tre rapporti valutativi: Reda, Adinolfi e Svoboda, che prendono la denominazione dai rispettivi relatori, tutti europarlamentari. I primi due sono orientati a superare i limiti della normativa, considerata obsoleta e il terzo sostiene l’idea della privatizzazione del copyright. In Italia, la normativa in materia di copyright è la legge 22 aprile 1941 n. 633, nota come “legge sul diritto d’autore", ispirata a un modello di protezione che riguarda anche i diritti morali d’autore e non solo quelli patrimoniali, caratteristica quest’ultima delle normative anglosassoni in materia. Anche in Italia, tuttavia, si è acceso il dibattito sulla necessità di una riforma della normativa in esame.