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Venerdì 26 Giugno 2020, La poesiola qui proposta è dell’abate palermitano Giovanni Meli (1740 – 1815) da tutti segnato a dito come “onnisciente” per la sua vasta erudizione, negli orientamenti di gusto classicista ed arcadico, nelle idee sostenitore di un razionalismo e di un riformismo piuttosto blandi. Questa favoletta non è il meglio della sua vasta produzione poetica in dialetto, ma è la poesia che, per il suo assennato moralismo e per la facilità del ritmo e della rima, tutti i libri di lettura delle elementari della Sicilia contenevano nelle loro pagine e che maestre e maestri facevano imparare a memoria. C’è un particolare curioso che mi piace sottolineare. Il topo saggio, che cerca di riportare il topolino traviato sulla retta via, non è il babbo, ma lo zio.