Segnalato da ElisabettaPizio il
notizie live su e-commerce ambiente vita inquinamento @Ecologia_Italia
Giovedì 23 Gennaio 2020, Eccoci qui, condannati ad una vita frenetica ed inquinata sempre più prossima all’autodistruzione.
Voglio affrontare l’attuale e prepotente tema dell’impatto che il mito dell’e-commerce sta avendo sull’ambiente.
Il commercio online sta lentamente – ma neppure troppo lentamente – scardinando la struttura tradizionale della distribuzione. Non solo i piccoli rivenditori ma anche i grandi centri commerciali di ogni parte del mondo, stanno arrancando per riuscire a conservare il loro posto nell’industria. Se originariamente non era auspicabile un retroscena come quello che di seguito verrà descritto, oggigiorno possiamo unanimemente sostenere che l’e-commerce è più inquinante del commercio tradizionale.
In via principale, i costi pressoché nulli a carico del consumatore per ricevere la merce direttamente a domicilio, costituisce un implicito incentivo all’acquisto di piccole quantità di merce alla volta; di conseguenza, si effettuano tanti piccoli ordini, poche quantità di roba alla volta, cosicché, infine, si assiste alla moltiplicazione degli imballaggi e all’aumento dell’inquinamento dovuto al movimento di tanti veicoli commerciali.
Oltre al forte impatto ambientale anche l’interazione umana sta subendo repentini cambiamenti. L’interfacciarsi sempre più spesso con piattaforme di e-commerce, anziché favorire lo scambio reciproco tra persone, rende pressoché nulle le occasioni di scambio. Ci si imbatte in una sorta di isolamento sociale che, benché volontario, induce a ritrovarsi con pochi amici, senza una rete sociale, spesso annoiati e insoddisfatti.
Nemmeno da trascurare sono le condizioni di vita condotte dai vettori. Non che io abbia esperienza in merito, ma è facilmente intuibile che non deve essere una vita priva di stress la loro. Per garantire consegne veloci, si inizia il mattino presto, ipotizzo attorno alle 5.00, nessuna interruzione, nessuna pausa, solo i più fortunati si possono concedere un breve stop per il pranzo ma generalmente ci si sazia con un panino alla guida e se non si finiscono le consegne, il giorno successivo si deve garantire anche il recapito dell’avanzo.
Tutto ciò per dirmi e per dirci di mettere da parte la nostra pigrizia e, anche se non è sempre la scelta più economica, di favorire, di tanto in tanto, il commercio offline tradizionale.
Elisabetta Pizio
(editoriale)