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Domenica 07 Gennaio 2018, Quando il Consiglio Imperiale Ottomano si riuniva, ogni ingresso del palazzo di Topkapi veniva guardato a vista da uno stuolo di giannizzeri armati fino ai denti: lance, sciabole, fucili. Nessuna arma veniva considerato inadatta a salvaguardare l'elite governante dai più sconvenienti elementi di Kostantîniyye, la Città d'Oro, luogo instabile proprio in funzione della sua storia, della sua vastità, della posizione strategica che la poneva sul ponte di terra che divide le terre turche dall'area dei paesi di lingua bulgara e la Grecia. Nella maestosa sala nota come il Kubbealt?, sotto cui si trovava il prototipico Divano, al tempo stesso un gruppo di persone, nonché il seggio sopra cui si sedeva, convenzionalmente, il sommo Sultano del più vasto impero dell'Oriente rinascimentale. Il 24 novembre del 1731 la moltitudine dai maestosi turbanti taceva mentre, per l'ennesima volta, Mahmud il gobbo subiva passivamente le decisioni dei suoi funzionari. Era stato posto nominalmente al comando, del resto, proprio per il suo poco interesse nei confronti del potere assoluto, all'esercizio del quale preferiva la poesia, l'arte, lo studio della natura. A seguito dell'insurrezione armata dell'anno prima istigata dall'ex soldato Patrona Halil, culminante con la deposizione di Ahmet III, zio dell'attuale governante, e lo strangolamento del suo gran visir. L'unico erede possibile era quindi stato trasportato presso il complesso delle tombe di Eyüp sulle coste del Mar Nero, dove in una tradizionale cerimonia aveva ricevuto la leggendaria spada di Osman, facendo di lui un simbolo dell'egemonia imperiale. Una qualifica certamente scomoda, per un uomo di 35 anni che non aveva mai governato e da ragazzo aveva dovuto sopportare l'umiliazione di vedere suo padre usurpato, per poi trascorrere lunghi anni nella prigione dorata della sua residenza. Dalla cui condizione, tuttavia, aveva saputo trarre vantaggio, circondandosi dei più rinomati sapienti operanti nei pressi della capitale, inclusi pittori, scultori e fabbricanti di gioielli. Vivendo in un'opulenza che persino oggi, avremmo difficoltà a concepire ed acquisendo, un giorno dopo l'altro, la dote fondamentale della pazienza. Mentre l'argomento in discussione delle ultime ambascerie giunte dal regno di Francia si andava gradualmente esaurendo, quindi, Mahmud si alzò in piedi...