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Lunedì 10 Giugno 2019, Apollo conduceva anche una vita di avventure; avventure di amore, di battaglie, di vendette: così uccise i giganti Oto ed Efialte, che avevano osato levare i propri sguardi a Giunone (Era) e a Diana (Artemide), e il gigante Tito, che aveva tentato di recare ingiuria a Latona (Leto); così, in unione con la sorella, uccise i dodici figli di Niobe, che si era vantata come madre più feconda e più felice di Latona stessa; così combatté e mise a morte il ladrone Forba, il quale sulla via di Delfi assaliva e straziava i pellegrini che si recavano al tempio; e scatenò pestilenze, e lottò con Ercole (Eracle), e ardì opporsi — due volte! — al sommo Giove (Zeus) quando cospirò contro di lui insieme con Giunone e con Nettuno (Poseidone) e quando gli uccise i Ciclopi, fucinatori di folgori, perché Giove con una folgore gli aveva ucciso il figlio Esculapio (Asclepio). E l’una e l’altra volta fu mandato in punizione come servo a pascolare le mandrie, prima di Laomedonte, re di Troia, e poi di Admeto, re di Fere.