Mercoledì 03 Giugno 2020, Quando penso al mondo che vorrei penso alle cose semplici.
Il mondo che vorrei è un mondo sostenibile dove per avere, bisogna dare e dove l’essere vivente convive in perfetta armonia con la natura.
Sono le risorse naturalmente a nostra disposizione, l’esperienza pregressa, la conoscenza e la lungimiranza, gli strumenti ideali per costruire il nostro futuro migliore.
Il tema che ho a cuore trattare, benché possa apparire slegato da queste mie prime battute, è di derivazione bancaria; ed è nell’asfittico panorama finanziario italiano che nasce FLOWE SpA.
FLOWE è un istituto di emissione di moneta elettronica (IMEL) e, a mio avviso, peccando forse di presunzione, il founder della banca del futuro.
Ma bando alle ciance, dopo aver scaricato l’applicazione sui nostri smartphone ed esserci registrati, potremo accedere ad una rivoluzionaria piattaforma digitale. Pagare e scambiarsi denaro non sarà mai stato così facile, sicuro ed immediato.
La rapidità nelle transazioni, i sistemi di crittografia avanzati per garantire la massima sicurezza, la creazione di un’app intuitiva e di facile utilizzo anche per gli utenti meno esperti ed un servizio clienti eccellente sono e saranno i cavalli di battaglia di FLOWE e al contempo, la facilità di funzionamento e la sua diffusione ne faranno un servizio davvero irrinunciabile.
Ma le sorprese sono tantissime. Con le nostre azioni - gli scambi di denaro, la creazione di gruppi per raccogliere – per esempio - la quota di partecipazione alle collette online senza l’inconveniente di spostamenti, ritardi o lontananza e/o i drop per il risparmio – potremo accumulare punti ed utilizzare il tesoretto per comprare servizi e/o abbonamenti in Flowe ovvero convertirlo in carte prepagate.
Ogni cliente sarà titolare di una carta di debito digitale, la Flowe Card che, se richiesta, sarà realizzata in legno certificato FSC per rispettare l’ambiente.
Eppure Flowe, deve essere scelta perché sta facendo molto di più. Flowe, sta pensando al mondo che vorrei e che sono certa essere il mondo che volete anche voi e per ognuno sta piantando un albero nel Pèten in Guatemala.
Non siete curiosi di vederlo crescere? Il mio ha quasi un mese.
Elisabetta Pizio
(editoriale)