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Mercoledì 16 Gennaio 2019, A chi non è mai capitato, durante una gita all’aperto o semplicemente nella quotidianità, di trovarsi di fronte a spazzatura abbandonata? Dai rifiuti più piccoli come cannucce, mozziconi di sigarette, carta, piccoli oggetti di plastica come bottiglie o posate, lattine, ai più ingombranti e improbabili come materassi, vecchi arredi, pneumatici, elettrodomestici.
Ora pensate che, come succede a voi, un numero elevatissimo di cittadini ogni giorno fa la vostra stessa scoperta. Questo accade perchè ogni anno nell’ambiente centinaia di tonnellate di rifiuti non biodegradabili vengono abbandonate.
Ma facciamo un breve passo indietro: cosa significa BIODEGRADABILE? I rifiuti biodegradabili sono quelle sostanze che, grazie all'azione di batteri o altri microrganismi decompositori, possono essere degradate in composti più semplici e meno inquinanti.
Quelli NON BIODEGRADABILI sono resistenti ai microrganismi che quindi non sono in grado di degradarli o necessitano di tempi molto più lunghi. In questo caso la degradazione dipende prevalentemente dall’azione di altri fattori esterni come l’azione dei raggi solari o per abrasione, avvenendo quindi per via fisica.
I due tipi diversi di decomposizione, chimica e fisica, comportano quindi anche tempistiche diverse nel completamento del processo, vediamo con questa immagine per quanto tempo i nostri rifiuti più comuni rimangono nell’ambiente in cui vengono abbandonati.
Maria Antonietta Scaramella
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(editoriale)