Venerdì 18 Giugno 2021,
Ci sono tantissime serie quasi del tutto sconosciute e che molte persone quando se le sentono consigliare storcono un po’ il naso perchè non hanno mai sentito nemmeno il nome e sono spaventati dal nuovo, ecco “Shtisel” è una di queste.
Da poco è approdata su Netflix la terza stagione, composta da nove episodi, della serie rivelazione israeliana che ha entusiasmato tutti. Questa serie è sempre un ottimo consiglio quando viene chiesto “devo iniziare una nuova serie, cosa mi consigli?”, un po’ come quando ti chiedono “quale piattaforma per giocare online mi consiglieresti?” e tu rispondi Starcasinò.
“Shtisel” è la storia di alcuni ebrei ultraortodossi e questa terza stagione è stata girata a Gerusalemme poco dopo il primo lockdown; questi nuovi episodi affascinano soprattutti per lo sguardo amorevole che viene posto si una comunità così chiusa come la loro.
Una serie commovente, ma comunque molto ironica
Il protagonista Akiva Shtisel , figlio del rabbino Shulem, nelle prime stagioni voleva dipingere, ma la sua famiglia non era molto attratta dall’idea di avere un artista in famiglia, ma Akiva dipinge e contro ogni tradizione è un pittore affermato. In questa stagione si ride molto, ma ci si commuove altrettanto, è molto più intima, meno concentrata solo sulla loro comunità, infatti si vedrà Gerusalemme nella sua integrità, perché il tema ridondante di questa stagione è la propensione alla modernità che si sta dilagando in tutta Israele.
Questa serie ha solo un piccolo problema, non è doppiata, ma probabilmente perchè perderebbe tutta la sua anima con le voci non originali.
Quello che emerge soprattutto da “Shtisel” è l’esortazione del fatto che siamo tutti uguali senza distinzione tra le fedi, i riti, gli usi e le tradizioni, perchè semplicemente amiamo tutti allo stesso modo.
Distanti, ma non agli antipodi
Molti atteggiamenti possono sembrare distanti anni luce da quello che siamo abituati noi in occidente, come il fatto che le donne sono obbligate a coprire i capelli in casa e a usare una parrucca fuori, come anche vedere delle scuole con solo ragazzi che studiano esclusivamente la Torah, ma questa è la realtà.
La pressione della modernità comunque scorre inesorabilmente anche a Gerusalemme, che sembra quasi incantata, tra pietre bianchissime di case antiche e di nuove costruzioni, la cupola d’oro della moschea, i meravigliosi paesaggi notturni e tutti questi piccoli e grandi dettagli sono racchiusi in una sola serie.
La serie non ha entusiasmato solo gli israeliani, ma ha incantato milioni di spettatori provenienti da tutto il mondo, tutti curiosi di scoprire qualcosa in più di una cultura che sembra molto lontana dalla nostra, ma che mai come ora dobbiamo tenere vicina e che può sempre insegnare qualcosa in più ai Paesi occidentali.
(editoriale)