Artrosi dell’anca, l’importanza di essere autonomi

di lumieres

Artrosi dell’anca, l’importanza di essere autonomi

Più informazioni su: artrosi - anca -

Categoria: Medicina | Lunedì 21 Ottobre 2019,

Il corpo umano è una macchina meravigliosa, occorre prendersene cura in ogni fase della vita per mantenere intatta la propria indipendenza e autonomia. Con il passare degli anni le articolazioni e la pelle invecchiano, sono esposte ai segni del tempo e a varie problematiche. Tra le patologie più dolorose c’è sicuramente l’artrosi dell’anca, che in genere colpisce le persone nella fascia d’età tra i 60 e gli 80 anni. Le più comuni cause in grado di determinare un danno all’articolazione sono l’osteoartrosi (la cartilagine si consuma per sfregamento, il paziente sente dolore e i suoi movimenti sono limitati), l’artrite reumatoide (le articolazioni si fanno rigide e gonfie) e la frattura ossea (quest’ultima è piuttosto comune tra le persone di una certa età, la mobilità articolare può risentirne pesantemente). Nel caso in cui la terapia riabilitativa e la fisioterapia risultino insufficienti a ristabilire un giusto livello di autonomia e capacità motoria nella persona, potrà essere necessario ricorrere a un intervento chirurgico. Raramente si procede in questo senso nei confronti di ragazzi e bambini, ma quando ciò avviene è in genere a causa di una displasia congenita dell’anca. Quando ci si chiede per la protesi anca dove operarsi, merita fare mente locale sul fatto che la Clinica San Francesco di Verona con la sua équipe di ortopedia e traumatologia è riconosciuta come punto di riferimento a livello internazionale, sia per i pazienti che per i giovani chirurghi in formazione. Le persone con artrosi dell’anca vivono una vita quotidiana complessa, fatta di dolori intensi e graduali che rendono difficile lo svolgimento delle più semplici e banali attività. Affinché l’intervento risulti utile a ripristinare le funzioni articolari questo deve essere messo in atto nei tempi più opportuni.


Protesi all’anca: l’operazione e le aspettative del paziente


Quando si rende necessario ricorrere all’intervento di protesi all’anca, in pratica si procede con la completa sostituzione dell’articolazione ossea. Al posto di quest’ultima ne viene inserita una realizzata - generalmente - in leghe di metalli o titanio. La tecnologia e la scienza medica hanno fatto passi da gigante in questo settore, sono state sviluppate molte tecniche operatorie alle quali è possibile fare riferimento per rispondere a una casistica ampia. E’ chiaro che, prima di tutto, occorre porre al centro il paziente e il suo benessere psicofisico: il recupero dell’autonomia è infatti l’elemento chiave attorno al quale ruota l’operazione stessa. Nelle visite che anticipano l’intervento, si procederà innanzitutto alla verifica dell’idoneità di quel paziente ad esservi sottoposto. La sua storia clinica, l’eventuale presenza di altre patologie, specifiche allergie a farmaci o metalli e le possibilità di una corretta riabilitazione saranno elementi da valutare e incrociare con le aspettative della persona e le sue richieste. L’obiettivo, per gli anziani in primis, è ridurre gradualmente il dolore, facendo ritrovare forza e vigore all’arto. I ragazzi dopo la fase di riabilitazione (con ritmi ridotti) potranno anche ricominciare a praticare dello sport. E’ chiaro che, come per tutte le cose, occorre poi nel tempo preservare al meglio i risultati ottenuti: l’ideale, per salvaguardare l’articolazione, è evitare carichi pesanti e attività troppo usuranti o stressanti.


Vai al gruppo telegram di discussione ufficiale

Leggi altre ultime notizie su:

Ultimi approfondimenti su:

Questa pagina usa cookie tecnici. Accetta