COME SOPRAVVIVERE ALLA SCHIZOFRENIA DEL CAPODANNO

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Categoria: Cultura | Venerdì 29 Dicembre 2017, Se è innegabile, quindi, che “un ottimista sta alzato fino a mezzanotte per vedere il nuovo anno e un pessimista sta alzato per accertarsi che il vecchio anno vada via”, è pur vero che si può dormire a Capodanno per restare svegli il resto dell’anno, rifiutare le contaminazioni da follia collettiva e vivere una dimensione individuale, intima, discreta della festa, rifiutando strenuamente l’automatica omologazione che vorticosamente risucchia persone e idee. Bukowski pretendeva “un dicembre a luci spente e con le persone accese”. La fine dell’intermittenza, dei deliri comandati e delle successive ritirate strategiche. Si tratterebbe di una sorta di rivoluzione copernicana che stravolgerebbe la routine, silenzierebbe le melodie disarmoniche, spegnerebbe i bagliori accecanti e, finalmente, anestetizzerebbe la frenesia da cenone, veglione o da semplice festa di piazza.
“Tutto è tranquillo il primo giorno dell’anno”, cantavano gli U2, nella fase punk, quando portavano i capelli lunghi ed erano ancora incazzati con il mondo. “Tutto è tranquillo, niente cambia”. Il problema è tutto quello che succede prima della baldoria e quello che non succede dopo il silenzio.

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