Con lo Yuan digitale, la prima criptovaluta statale sarà cinese

di lumieres

Con lo Yuan digitale, la prima criptovaluta statale sarà cinese

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Categoria: Borsa e Finanza | Domenica 21 Marzo 2021,

Seppure, per molteplici motivi il fatto che diversi Stati abbiano intrapreso la creazione di criptovalute nazionali possa essere considerato come un forte rischio di andare a distorcere quelli che vengono ad essere visti e considerati come i principi fondanti delle valute virtuali è, tuttavia, da annotare che, con scesa in campo dello Yuan digitale, la prima criptovaluta statale sarà cinese.


Quindi, mentre diversi paesi stanno lavorando alla creazione di una propria criptovaluta nazionale, vuoi per un migliore controllo dei flussi finanziari, vuoi per stimolare la crescita economica o vuoi per affermare la sovranità, la Cina ha sviluppato Yuan digitale, ossia la prima criptovaluta statale che, dunque, potrà essere anche considerato come una forte e diretta concorrente del Bitcoin. Invero, anche la Russia è particolarmente attiva nel lancio del crypto-rublo.


Comunque, quello che emerge in questa sorta di corsa globale per la prima criptovaluta di Stato, è che si rischia di andare a distorcere, tra l’altro, il principio fondante di queste valute digitali, il quale risulta essere basato sulla trasparenza, la libertà e il decentramento. Che lo Yuan digitale, fosse destinato a poter diventare la prima criptovaluta statale, lo si capiva già da diversi anni. Non per nulla, a gennaio del 2016, la banca centrale cinese aveva annunciato, a chiare lettere, la volontà di andare a istituire una valuta digitale nazionale il prima possibile.


In linea generale, questo era stato colto come un vago annuncio, circondandolo, inoltre, di uno stolto scetticismo. Di fatti, gran parte della classe politica, più abituata a standard decisionali molto bassi, aveva semplicemente obliato che in Cina, il prima possibile, non è assolutamente frutto di demagogia. Non a caso, ancora una volta, sono proprio i fatti ha dimostrarlo, visto che, con lo Yuan digitale, la prima criptovaluta statale sarà cinese.


Eppure, all’epoca dei primi passi, vi erano state evidenti intenzioni, al punto che, perfino la quotata rivista Technology Review, di proprietà del Massachusetts Institute of Technology, aveva pubblicato, esattamente il 23 giugno del 2017, un interessantissimo articolo nel quale si andava, tra l’altro, ad evidenziare come la People's Bank of China stesse testando la sua valuta virtuale. Dunque, in tempi non sospetti, la prestigiosa rivista sottolineava che, seppure la People's Bank of China si stava muovendo con molta attenzione, i test in atto in Cina fossero rivelatori della posa di una pietra miliare chiave da parte di quel paese, che poteva così diventare il primo Stato ad avere la sua criptovaluta nazionale.


Attualmente, un valido punto di rifermento, è yuanpaygroup.


Le criptovalute, la prima e la più famosa delle quali è Bitcoin, si basano sulla tecnologia blockchain. Il sistema di crittografia e la struttura distribuita consentono transazioni online completamente sicure, trasparenti e senza intermediari. Nel caso della Cina, dove milioni di persone non hanno ancora accesso alle banche convenzionali, una tecnologia così diffusa ridurrebbe i costi di transazione e fornirebbe servizi finanziari a persone che ora risulterebbero esserne privati. In parole semplici, tutto ciò aumenterebbe gli scambi commerciali e, al contempo, stimolerebbe la crescita economica.


Oltre a ciò, è da ricordare come tanto il Partito Comunista Cinese quanto il presidente Xi Jinping, dal 2012 stanno conducendo una lotta politica autoritaria contro la corruzione. Ragione per la quale, l’opportunità di poter avere una moneta trasparente e infalsificabile, viene ad essere vista e considerata come una imperdibile opportunità. Motivo per il quale, è quanto mai opportuno considerare come e quanto una valuta virtuale nazionale cinese, che correrebbe a fianco dello yuan, ridurrebbe le frodi e le contraffazioni.


Indubbiamente, lo Yuan digitale, come versione dello Stato della valuta virtuale, subirà, comunque, alcune notevoli regolazioni. Il principio blockchain, che consente la rimozione degli intermediari, infatti, provoca sudori freddi alle banche al dettaglio, che potrebbero vedere tutti i loro clienti scomparire sulle catene di blocchi.


A tal proposito, il vicedirettore del dipartimento tecnologico della Banca centrale cinese, ha già dichiarato, che la valuta virtuale cinese, andando a concludere, si andrà ad integrare al sistema bancario esistente, dando alle banche commerciali un ruolo di intermediario.


 


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