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Categoria: Musica | Lunedì 22 Gennaio 2018, L’azzardo “alternative” di Gore paga, perché il biondino dai vestiti improbabili tira fuori, per tutto il decennio Ottanta, una perla dopo l’altra: “Everything Counts”, “Master And Servant”, “People Are People”, “Strangelove”, “Never Let Me Down Again” e diverse altre hit. I ragazzi hanno talento, e partendo dal synth pop spaziano presto alla new wave e al pop rock, con una estensione di temi e stati d’animo che né Clarke né nessun altro nel genere synth-pop avevano ancora raggiunto.
Credo sia per questo che, smaltita l’antipatia per la Brianza alcolica, iniziai a notare i Depeche Mode. Se la sfrontata allegria e la ritmica ossessiva della prima metà del decennio mi avevano lasciato tutto sommato indifferente, alla fine del 1988 VideoMusic iniziò a proporre un tardo un B-side di “Music for the Masses”, “Little 15”, sul quale aleggiava un’atmosfera tesa e cupa, che mi conquistò.