Digital Divide, arriva un accordo per superare il problema

di lumieres

Digital Divide, arriva un accordo per superare il problema

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Categoria: Telefonia | Giovedì 15 Febbraio 2018,

Siamo nel 2018 ormai da due mesi, ma l'Italia è ancora piuttosto arretrata per alcuni fattori, a cominciare dalla copertura infrastrutturale per le connessioni a Internet, vale a dire l'accesso alla tecnologia del presente (e ancor di più) del futuro. Ecco perché è importante sottolineare gli interventi che stanno andando nella direzione di limitare i problemi per gli utenti.


Con l'espressione inglese "digital divide" si indica, come noto, il divario digitale causato da una serie di fattori; in tema "internettiano", si fa riferimento specifico alla mancanza di infrastrutture tecnologiche pubbliche o private in una precisa area o su un territorio, che causano mancanza (o lentezza) nella connessione alla Rete e, come effetto finale, arretratezza tecnologica. Secondo gli ultimi dati rilevati dal Ministro dello sviluppo economico, per il nostro Paese questo è un fenomeno ancora attuale, che bisognerà sconfiggere nei prossimi anni.


Ancora digital divide


Un recente report rivela che almeno il 45 per cento delle abitazioni italiane non è coperto da connessioni internet adeguate, così che di conseguenza un bacino di circa 8 milioni di persone non possa accedere né alla rete internet fissa né a quella mobile, in primo luogo perché residenti in aree montane o periferiche. La situazione non dovrebbe migliorare neppure a breve, visto che si prevede che ancora nel 2020 una quota dell’8 per cento delle unità abitative italiane saranno ancora prive di connessione internet di qualità, mentre solo un quarto del totale delle case avrà accesso alla Fibra Ottica, considerata secondo gli standard internazionali l’unica tecnologia del futuro.


Fenomeno presente ancora nel 2020


Qualcosa (o, per meglio dire, qualcuno) sembra essersi però mosso per cercare di offrire alternative a uno scenario così poco incoraggiante, e sono da citare alcune iniziative portate avanti su differenti livelli da operatori del settore TLC e dalle associazioni di categoria del comparto. Proprio a inizio anno, ad esempio, la società Eolo - uno dei principali provider di servizi Internet ad alta velocità - ha annunciato l'accordo con una compagnia di private equity americana, la Searchlight Capital Partners, che ha portato a un investimento di circa 300 milioni di euro nel triennio 2018-2020 che consentirà al brand italiano di crescere ulteriormente.


Le mosse degli operatori


Attivo in Italia ormai da dieci anni e con una base di clienti formata da oltre 300 mila abbonati, Eolo intende proseguire nella sua filosofia, che si basa sull'intenzione di portare internet a banda larga nei centri più sperduti e difficili da raggiungere grazie alla tecnologia wireless e a pacchetti di       offerte solo adsl per la casa; il risultato finora è stata la creazione della rete fixed-wireless più estesa in Italia e una delle principali nel mondo, con ulteriori prospettive di crescita anche grazie alla collaborazione con gli americani, che vantano una consolidata esperienza e un solido network nel comparto delle telecomunicazioni.


Un gruppo di acquisto


 


Ancora più recente è poi l'annuncio che arriva da Assoprovider e Legacoop che, il sostegno legale dello Studio legale Sarzana e Associati, si dicono pronte a realizzare dei gruppi di acquisto di servizi Internet che potrebbero "favorire la distribuzione di banda ultralarga con fibra ottica in aree a fallimento di mercato". Nello specifico, Assoprovider (l'associazione dei provider indipendenti) e Legacoop si alleano per portare Internet in tutta Italia, anche nelle "aree interne dove per le grandi compagnie è meno vantaggioso investire, affinché l'innovazione possa offrire a tutti maggiori opportunità", come dichiarato nella conferenza stampa di presentazione del progetto.



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