Ecco perché Tormento è l’artista italiano più sottovalutato

di RealismoVisionario

Ecco perché Tormento è l’artista italiano più sottovalutato

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Categoria: Musica | Giovedì 22 Ottobre 2020, “Mi dicevano ‘dai, come farai senza il diploma?’ Ma ci pensi mai che la vita è un’altra scuola?”. L’ultimo successo di Tormento risale ormai a più di un anno fa: ‘Acqua su Marte’ è stato il suo effettivo ritorno nella scena musicale italiana. Una ribalta nella quale l’ex frontman dei Sottotono si è presentato con stile, classe, carattere pungente (come suo solito) ma anche con un nuovo sound, più costruito verso una dinamica elettropop con contaminazioni di musica dance. L’influenza rap e hip hop, comunque sia, è evidente, ma Tormento ha sempre dimostrato di saper leggere lo spirito del suo tempo, cogliendone l’evoluzione, anticipando le mode anziché seguirle. Proprio questo suo voler andare controcorrente e scardinare i vecchi tabù legati non solo alla musica italiana, ma più in generale alla cultura del nostro Paese, gli sta costando poca visibilità. Eppure è un uomo ricco di cultura: in una delle sue ultime interviste ha citato Gesù, la fisica quantistica e la geometria sacra, per la quale ha una devozione particolare. In “Per quel che ne so” Tormento prova a spiegare l’amore con la stessa umiltà di Francesco Gabbani in “Viceversa”, esternando il suo punto di vista quasi come se parlasse ad un muro. Il ‘mettersi in gioco’ e il ‘lasciarsi andare’, senza eccessive remore, stanno caratterizzando questa nuova fase artistica di un personaggio a cui la scena musicale italiana deve tanto, ma forse fa finta di non saperlo. I Tiromancino hanno collaborato con lui per l’ultimo pezzo, molto radiofonico, che del resto è stato poco diffuso dalle emittenti. Sarà per il suo non voler cercare una visibilità esagerata. La pagina Wikipedia di Tormento non è aggiornata e anche la stessa ‘Acqua su Marte’ (specialmente la versione per i Mondiali di calcio femminile) avrebbe potuto sfondare con maggiore vigoria nelle classifiche italiane. Di rado si vede in tv, così come non è molto attivo sui social. E la sua forza sta proprio in questo: non essere vincolato al consenso di un pubblico al quale non vuole fare da lecchino. Lui esprime la sua musica, che fotografa i momenti della sua esistenza, e il fruitore – se vuole – ascolta. Certamente, per quelli che sono i crismi del Festival di Sanremo e considerato il livello di maturità artistica raggiunto da Tormento, sarebbero i maturi i tempi per un suo ritorno, stavolta da solista, al Teatro Ariston. Chissà se qualcosa già bolle in pentola…


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