Fenomenologia di Andrea Pontone, il nuovo Franco Battiato (che però scrive di calcio)

di RealismoVisionario

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Categoria: Serie A | Lunedì 22 Febbraio 2021, C’è un nuovo germoglio nel panorama giornalistico italiano. Ce ne accorgiamo solo adesso perché ha fatto una lunga gavetta. Ha aperto una sua rivista, il Corriere Nerazzurro, che non sta andando male. Lui è Andrea Pontone, il degno erede di Franco Battiato. Poco importa se parla di calcio, perché l’originalità dei suoi scritti è sconcertante. Il calcio fa soltanto da cornice, infatti: ogni articolo è un affresco, un agglomerato di idee (ben chiare, quelle che frullano nella sua testa) che toccano i temi più profondi della nostra esistenza. La sua intelligenza, sia animica che spirituale, nella scrittura, ci fa aprire le porte verso una nuova visione della vita: è davvero necessario correre e andare appresso alla realtà che ci circonda, oppure è meglio fermarsi e chiarire prima di tutto cosa siamo per davvero? Un invito rivolto non solo ai calciatori, a cui in effetti la pace interiore manca. Ma il bersaglio principale è proprio il lettore, che una volta consumata la rivista non pensa di certo a cosa vorrà mangiarsi la sera, perché è smosso da una turba interiore che nell’ambito della scrittura sportiva solo Pontone, con la sua penna, sa provocare. Nessuno è escluso dai suoi attacchi, talvolta sferzanti. Cita Gabbani quando parla della fine del calciomercato (“l’offerta è già finita, amici: andate in pace”), definisce “teatro dell’assurdo” le partite tra squadre che a suo avviso non sanno giocare e ha il coraggio di criticare la Cina - sebbene si rivolga a una platea di interisti - quando si parla di Covid e di seconda ondata. E aveva ragione Franco Battiato: andare controvento, ai tempi di oggi (e di allora), vuol dire essere visti come un cammello in una grondaia. Qualcosa di anomalo, ma soprattutto di buffo. Nella speranza che Pontone non smetta e che, soprattutto, non cambi, tanto vale goderselo. Affinché torni davvero l’era del cinghiale bianco.


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