Gabriele D’Annunzio: l’uomo che ha fatto dell’esistere un’opera d’arte

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Categoria: Cultura | Martedì 19 Settembre 2023, “Io le parlo co’l cuore su le labbra, e sento dentro di me una commozione strana e vivissima, e mi trema la mano nel vergar queste righe. Io voglio seguire le sue orme: voglio anch’io combattere coraggiosamente per questa scuola che chiamano nuova, e che è destinata a vedere trionfi ben diversi da quelli della chiesa e della scuola di Manzoni; anch’io mi sento nel cervello una scintilla di genio battagliero, che mi scuote tutte le fibre, e mi mette nell’anima una smania tormentosa di gloria e di pugne; anch’io voglio consacrare all’arte vera i baleni più fulgidi del mio ingegno, le forze più potenti della mia vita, i palpiti più santi del mio cuore, i miei sogni d’oro, le mie aspirazioni giovanili, le tremende amarezze, le gioie supreme… E voglio combattere al suo fianco, o Poeta! Ma dove mi trasporta l’ardore? Mi perdoni Signore, e pensi che ho sedici anni e che son nato sotto il sole degli Abruzzi”.

Così si presentava un giovanissimo Gabriele D’Annunzio in una lettera (1879) all’idolatrato Giosuè Carducci: un giovane ispirato e sognatore, figlio di una terra solitaria e schiva, ben lontana dai fasti dei raffinati circoli letterari cittadini, ma abbacinato dalla luce immortale della poesia tanto da desiderare di profondere in quest’arte ogni singola stilla di vitalità. In quest’appassionata, cocente dichiarazione di amore intellettuale si rintracciano già, in nuce, quelle che saranno le caratteristiche distintive della poetica dannunziana, che successivamente si affrancherà dall’idealizzazione del “troppo borghese” Carducci. Esigenza, sottesa al clima culturale – e non solo – italiano di scalzarsi dai classicismi romantici di inizio Ottocento, esigenza di cui il “Vate” D’Annunzio fu strenuo sostenitore; il ritorno “decadente” a un edonismo sfrenato, declinato, all’interno della poetica dannunziana, nella ricerca di un “piacere” dalle valenze puramente estetiche, che se da un lato tenta di ricucire lo strappo illuministico creatosi tra uomo e natura, dall’altro sfida continuamente i limiti di questa perfetta osmosi, esigendone la trasformazione in simbiosi.

Per saperne di più: https://www.digipackline.it/gabriele-dannunzio-luomo-che-ha-fatto-dellesistere-unopera-darte/

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