Categoria: dal Mondo | Lunedì 11 Marzo 2019, Dopo la morte di Mao, la Cina ha archiviato il comunismo per abbracciare il capitalismo. Un capitalismo di Stato, per essere precisi. Ovvero, via all’industrializzazione selvaggia del paese organizzata sempre da un potere centralizzato. Rispetto per l’ambiente, diritti dei lavoratori, civili e sociali, sono stati messi da parte. Sacrificati sull’altare della crescita economica senza freni. Così come sacrificate sono state le zone rurali, in favore di una urbanizzazione senza limiti.
Ma la Cina in questi decenni ha pure messo da parte quell’isolazionismo che l’ha contraddistinta negli anni maoisti. Invadendo di fatto l’economia mondiale. L’Europa prima e l’Africa poi. Acquistando marchi importanti in vari settori, aprendo negozi che stanno costringendo alla chiusura quelli nostrani, facendo comparire ristoranti cinesi ormai diventati familiari e non più curiose alternative al cibo di casa nostra. Del post-colonialismo in Africa.
Tuttavia, la crisi è giunta anche lì. Come mostrano questi numeri.
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Nonostante le crisi economiche, la pandemia, l'inflazione, gli alti tassi di interesse e le tensioni geopolitiche, il mercato del gusto continua ancora a brillare. Negli ultimi cinque anni il settore ha vissuto una forte fase di accelerazione parzialmente interrotta soltanto dalla fase acuta della pandemia. Subito dopo però ha saputo ripartire ancora con più forza. La cosa interessante è che la c
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14 apr - www.jacoporanieri.com (Zarlock) -
La grave esperienza di un grave terremoto può costituire a posteriori molte cose. L'annientamento delle aspettative, la devastazione dei sistemi, la rovina delle famiglie. La fine di un'epoca e l'inizio di un'altra. Particolarmente quando, nel quadro d'analisi, si decidesse d'integrare il punto di vista di un'intera nazione. Come quella che nel 1985 il segretario del Partito Comunista del Turkmen
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15 feb - www.jacoporanieri.com (Zarlock) -
In un racconto in prima persona del suo viaggio verso la capitale Lhasa, che lo portò ad attraversare le sperdute regioni montuose circostanti monastero di Kumdun, Thubten Jigme Norbu scrisse: "Vedemmo gli asini selvatici o kiang aggregati in gruppi tra le 10 e 50 femmine, ciascuno capeggiato da uno stallone. Animali alti, nobili e scattanti, mi colpirono in modo particolare per la bellezza della
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08 gen - www.jacoporanieri.com (Zarlock) -
L'impressione collettiva di un grande centro urbano dell'Asia Orientale, in base allo stereotipo acquisito, lascia intendere un'impressionante densità demografica, spazi angusti ed alti alveari abitativi, non dissimili dal concetto ingegneristico di un'essenziale arcologia de facto: edifici vasti simili ad ambienti naturali separati, per il clima interno, l'economia vivente, le regole d'interazio
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