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Categoria: Social Network | Venerdì 02 Luglio 2021, L'immenso archivio contenente i dati di 700 milioni di profili LinkedIn (più del 92% del totale di 756 milioni di utenti), messo in vendita lo scorso 22 giugno su RaidForums da un hacker che si fa chiamare “GOD User TomLiner”, non è il frutto di una violazione di dati.
Ma non per questo dobbiamo essere più tranquilli. Questa vicenda ci segnala come lo scraping di profili sia un problema in larga parte sottovalutato. Non solo di attacchi cyber muore la nostra privacy.
Lo ha confermato la stessa LinkedIn dicendo che i dati messi in vendita online sono stati “raschiati” (scraping, appunto) dai singoli profili utente del sito di network e da diversi altri siti internet utilizzando la tecnica del web scraping, così com’era già successo nel precedente data leak dello scorso aprile.