Nuovi termovalorizzatori risolverebbero il problema rifiuti in Italia?

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Categoria: Ambiente | Mercoledì 06 Dicembre 2017, L'art. 35 del decreto Sblocca Italia proponeva l'istallazione di 8 nuovi termovalorizzatori sul territorio italiano. Tali impianti utilizzano come combustibile i rifiuti, con lo scopo di eliminarli, producendo al contempo energia tramite il calore prodotto dalla combustione.
Le numerose resistenze che si registrano da più parti in opposizione all’installazione di nuovi impianti riguardano in primo luogo il loro impatto sull’ambiente e sulla salute della popolazione. Se in molti sostengono che l’impatto sia pressoché innocuo – anzi, la discarica causerebbe maggiori emissioni di C02 in atmosfera – altri sottolineano la pericolosità degli impianti per il territorio, l'atmosfera e la salute dell'Uomo, associando alla loro presenza alcune patologie gravi, quali cancro, malformazioni fetali, infarto e ictus.
Ma lo scontro tra i favorevoli e i contrari ai termovalorizzatori non si limita al potenziale inquinante di tali impianti. I termovalorizzatori pongono anche una questione economica legata risoluzione del problema rifiuti. Da un lato c’è chi afferma che l'installazione dei termovalorizzatori rappresenterebbe un notevole risparmio per le casse dello Stato e una soluzione efficace per lo smaltimento dei rifiuti, per il quale non si può puntare solo sulla raccolta differenziata. Come ha dichiarato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti: “questo piano [Sblocca Italia, NdR] parte dal presupposto che tutte le regioni arrivino al raggiungimento degli obiettivi fissati dall'Europa, quindi che tutte le regioni arrivino al 65% di raccolta differenziata e che tutte colgano gli obiettivi di produzione dei rifiuti del 10%; fatto questo conteggio si individua ancora la necessità, del Paese in questo caso, di incenerimento, che equivale a 8 termovalorizzatori".
Dall'altro lato c’è chi ritiene che gli impianti siano fortemente diseconomici e superflui rispetto a quanto si potrebbe fare attraverso altri metodi. Per ammortizzare i costi imponenti di costruzione di un termovalorizzatore deve essere garantita per decine di anni una congrua quantità di rifiuti da bruciare, principio in antitesi con la raccolta differenziata. Con la costruzioni di nuovi impianti “Mancherebbero proprio i rifiuti con cui alimentare il termovalorizzatore”, ha affermato, tra gli altri, il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, “La raccolta differenziata [nelle Marche, NdR] è già al 63 per cento e si avvicina a rapidi passi al 70 […]: non abbiamo spazzatura da bruciare”.
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