Pd e M5s arretrano nei sondaggi e ritorna il centrodestra

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Categoria: Politica | Sabato 04 Febbraio 2017, Le rilevazioni di Demos e Ipsos per Repubblica e Corriere. I partiti principali calano, i democratici sotto la soglia del 30, i grillini perdono 6 punti da giugno. "Situazione strada e fluida, è il post-renzismo al tempo di Renzi". Il leader ha perso 8 punti in meno di due mesi nell'indice di gradimento. Ma dentro al partito trionferebbe ancora
Pd e M5s, i dominatori della scena politica, che arretrano. Il Partito democratico che perde quasi 3 punti in 5 mesi e il referendum c’entra fino a un certo punto. I Cinquestelle ne perdono la bellezza di quasi 6 punti in 7 mesi e anche qui la Raggi c’entra fino a un certo punto. Il ritorno del centrodestra, con tutti i partiti che hanno ripreso ossigeno. Ma non solo: non è vero che gli italiani vogliono andare alle elezioni anticipate a qualsiasi costo. E nel frattempo che Matteo Renzi, crollato negli indici di gradimento sui leader, al centro del fuoco incrociato dei suoi avversari interni, sarebbe in ogni caso confermato come il leader incontrastato del Pd, sia in un nuovo congresso sia alle primarie per il candidato premier. Infine, l’unico dato certo: non esiste alcuna ipotesi che qualcuno superi il 40 per cento, la soglia grazie alla quale si può contare sul premio di maggioranza in Parlamento. E’ in sintesi il quadro consegnato da due sondaggi pubblicati da Demos&Pi e Ipsos per Repubblica e Corriere della Sera e una terza rilevazione di Winpool per l’Huffington Post che ha elaborato alcuni scenari con o senza le liste di D’Alema e Pisapia (non così forti come si è pensato).

“Il post-renzismo al tempo di Renzi”
A caratterizzare una situazione politica Siamo in una fase che Ilvo Diamanti su Repubblica definisce di “post-renzismo al tempo di Renzi” perché il leader democratico è fuori dalla scena politica, ma è ancora segretario del Pd e comunque è l’ombra del governo Gentiloni. E quindi è una situazione frutto di un clima incerto, prosegue Diamanti, “liquido”. Ci sono segnali di mutamento rispetto agli ultimi 4 anni, cioè dall’inizio della legislatura. Il primo è appunto l’indebolimento di Pd e Cinquestelle, finora quasi protagonisti esclusivi della scena politica.

Pd sotto al 30 per cento, persi quasi 3 punti da settembre
I democratici ormai da tempo non sentono più neanche l’odore del 40,8 per cento delle Europee del 2014, ma ora – per la prima volta nelle rilevazioni mensili di Demos – finiscono sotto la soglia psicologica del 30, al 29,5 per cento. Si tratta di un calo del 2,6 per cento rispetto a settembre, inizio della campagna elettorale per il referendum costituzionale. Siccome il traguardo per tutti è il 40 per cento vale la pena dire subito di Sinistra Italiana che avanza oltre la soglia del 5 per cento (pare l’unica forza stabile da oltre un anno). Tuttavia l’alleanza Pd-Si non andrebbe oltre il 35 per cento.

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