Perchè Soylent Green non dovrebbe essere annoverato tra i film complottisti

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Categoria: Cinema | Lunedì 03 Gennaio 2022, Nei tempi in cui viviamo, esasperati dalla polarizzazione di pareri ed in cui chi la pensa in un certo modo non cambia mai idea, quegli spunti catastrofisti restano attualissimi, mentre assistiamo inermi al cambiamento climatico, alla sovrappopolazione e all’inquinamento più spudorato. Le fake news viaggiano veloci e i media mainstream (quelli apparentemente incorruttibili di un tempo) gli lisciano il pelo, mentre tanti leader politici abbracciano con disinvoltura negazionismi e complottismi che, fino a qualche anno fa, avremmo relegato al massimo agli sfoghi anonimi di qualche troll su internet.

Soylent Green racconta effettivamente il mondo che viviamo oggi, almeno in parte: un mondo in cui New York è una città sovraffollata in cui la classe media è scomparsa, in cui esistono persone molto ricche che vivono in appartamenti di lusso (in compagnia di donne puramente sessualizzate), mentre i poveri dormono e vivono dove capita, incluse le scale dei condomini. Il cibo sano è diventato talmente raro che solo i più abbienti possono permettersi un filetto di carne o della autentica frutta, mentre tutti gli altri si cibano di Soylent, cibo sintetico realizzato non si sa bene come.

La sensibilità artistica generale si rivolta, in sostanza, contro la logica del profitto ad ogni costo, cosa che – è bene specificarlo, nei tempi in cui viviamo – la diffusione planetaria dei vaccini NON ha contribuito a fare (come chiarito saggiamente, ad esempio, da Wu Ming 1 nel suo recente La Q di Qomplotto, scrittore che è stato critico su tanti aspetti della pandemia ed ha espresso posizioni vicine a quelle dei No Green Pass. Nel libro, per inciso, esplicita come i vaccini non possano essere il miglior farmaco su cui lucrare, dato che esistono le varianti del virus e dato che è molto più agevole farlo con farmaci di malattie dallo storico più consistente, ad esempio la banale Aspirina).

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