SETTE CAPOLAVORI IMPERDIBILI A PRAGA (E DINTORNI)

di Go_Europe_

SETTE CAPOLAVORI IMPERDIBILI A PRAGA (E DINTORNI)

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Categoria: dal Mondo | Mercoledì 06 Giugno 2018, Praga è una delle città più belle d’Europa. Un venerando scrigno di tesori: artistici, culturali e architettonici. Certo, il viaggiatore che si reca per la prima volta nella capitale sulla Moldova non può che rimanere stordito dall’abbondanza di bellezza che lo circonda. Praga tracima di magnificenza, ed ecco perché (al pari di altre città del Vecchio Continente come Roma, Parigi o Venezia) merita non una ma due, dieci, cinquanta visite… Carpe diem, tuttavia: dato che il tempo è poco, e da qualche parte bisogna pur cominciare, ecco sette opere d’arte a cui ogni visitatore a Praga (e dintorni) dovrebbe per forza rendere tributo.
A Palazzo Lobkowicz, uno dei luoghi più affascinanti di Praga, si può ammirare la celebre “Fienagione” di Bruegel, del 1565. Profondo conoscitore dell’arte e della natura d’Italia (dove trascorse un paio di anni della sua vita), straordinario paesaggista, il genio di Breda era mosso da un possente “sentimento della natura”, al contempo maestoso e profondamente umano. Il suo sguardo era capace di cogliere, dietro gli abiti semplici e le maniere schiette, la poesia e l’umanità delle genti contadine, ma anche il respiro epico di boschi e montagne, di stagioni e di campi. E questa sua eccezionale capacità artistica la si ritrova in questo capolavoro, appunto la “Fienagione”, dove il visitatore può immergersi in un quieto (ma comunque impegnativo) momento di vita agreste.
Aguzzando la vista, si può godere di alcuni dettagli di particolare maestria. Ad esempio le espressioni serene di tre contadine che vanno a lavorare. Nel caldo dell’estate, si vedono i contadini sfilare con cesti di corbezzoli e baccelli sulle spalle, o tagliare e raccogliere il fieno. Insomma, un trionfo di operosità, una celebrazione pittorica profondamente protestante dello zelo e dell’impegno. Sullo sfondo, un paesaggio dove i colori si fanno sempre più freddi: forse un riferimento all’inverno che attende inevitabilmente la rustica comunità?
2. Argenti ebraici
Praga, si sa, è una delle città della millenaria civiltà ebraica in Europa. Il visitatore, dunque, non può esimersi da una visita alla Sinagoga Maisel, che custodisce magnifici argenti ebraici. Come la corona d’argento del XVIII secolo, un tempo usata per decorare i rotoli in cui veniva custodita la Torah. Al contempo semplice e imponente, questa corona d’argento, impreziosita da alcune pietre, è una delle testimonianze più raffinate di una storia che ebbe inizio nel X secolo, quando mercanti ebrei provenienti dall’Impero bizantino si traferirono in quello che nel corso dei secoli sarebbe diventato uno dei crocevia dei commerci europei. Nonostante le persecuzioni e l’antisemitismo (che nel corso dei secoli sfociarono in pogrom e violenze di ogni tipo), a Praga la comunità ebraica riuscì a fiorire. Sino all’invasione tedesca del 1939, che inflisse un durissimo colpo alla comunità.
Ammirare gli argenti della Sinagoga Maisel significa conoscere un pezzo glorioso della storia degli ebrei praghesi. Infatti la sinagoga deve il suo nome a Mordechai Maisel, mercante ebreo del XVI secolo noto per la sua filantropia quasi sovraumana (e il suo successo finanziario: fu banchiere dell’imperatore Rodolfo II, che arrivò a nominarlo primate della nazione ebraica a Praga).
3. Fanciulla allo specchio
Nella Galleria del Castello c’è un dipinto che nessun italiano può esimersi dall’ammirare: la Fanciulla allo specchio, del sommo Tiziano. Protagonista indiscussa dell’opera, una giovane dalla bellezza solenne, ma dolce. Una bellezza ideale, senza tempo come certi paesaggi veneti. Consapevole del suo fascino, la giovane si ammira allo specchio. La sua morbida gestualità, così naturale, e il suo viso serenamente enigmatico catturano lo sguardo dell’osservatore. Il sapiente uso dei contrasti cromatici e dei giochi di luce, di cui il pittore veneto fu maestro, trasmettono una forte sensazione di intimità, ed è impossibile non chiedersi a cosa pensi la ragazza mentre si raccoglie, assorta, i lunghi capelli.
Il Tiziano realizzò diverse versioni di quest’opera, e quella che si può ammirare alla Galleria del Castello di Praga è senz’altro all’altezza della più celebre, custodita al Louvre di Parigi e databile intorno al 1512–1515.
(to be continued)


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