Salute precaria per un dipendente su quattro incarichi limitati per funzionari vigili e custodi al Comune di Milano

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Categoria: Milano | Mercoledì 18 Gennaio 2017,

La situazione della polizia locale, con un lavoratore su sei destinato a "incarichi condizionati" per ragioni di salute, è nota da anni. Ma quello dei vigili urbani non è un caso isolato. È il personale del Comune di Milano nel suo complesso ad ammalarsi più di quanto sarebbe lecito aspettarsi. Lo dimostra la documentazione della sorveglianza sanitaria che, come deciso dal decreto legislativo 81 del 2008, prevede per alcuni dipendenti "incarichi con limitazioni" e "impieghi con prescrizioni". Palazzo Marino non fornisce dati ufficiali, ma studiando i numeri della sorveglianza del Comune del 2015 emergono situazioni vistose. Degli oltre 5mila lavoratori comunali visitati dai medici del San Raffaele due anni fa (le verifiche, svolte in convenzione, sono di norma biennali), il 76,4 per cento risulta pienamente idoneo al lavoro. Quindi il restante 23,6 per cento dei visitati, quasi uno su quattro, ha invece presentato certificati che impongono limitazioni al servizio (14,6 per cento del totale), servizio con prescrizione di "idonei accorgimenti di tutela" (6,3), inidoneità temporanea (0,5) o inidoneità permanente (0,6) al lavoro, a fronte di un'età media sempre più alta. Tradotto: impiegati dell'anagrafe, per lo stress, sfuggono dallo sportello preferendo il back office. Custodi museali a cui il medico competente ha certificato l'impossibilità a stare in piedi per più di mezz'ora per il mal di schiena. Manutentori stradali perseguitati dall'artrite, che lasciano la betoniera per la scrivania. Questi numeri si incrociano con altri, elaborati dagli uffici della Direzione generale di Palazzo Marino in base proprio alle visite mediche dei dipendenti sugli ultimi cinque anni. Se nel 2012 quasi il 45 per cento dei dipendenti del Comune presentava un quadro di "normalità clinica", nel 2016 quel dato è sceso al 32,25: vuol dire che soltanto un lavoratore su tre è sano come un pesce, mentre il 38 per cento ha patologie croniche o medio gravi e il 30 per cento patologie lievi. La media degli ultimi anni, tra tutte le patologie, è di 1 lavoratore su 2 "portatore di malattie". Il settore in cui si concentra la più alta percentuale di dispensati dal servizio è la Direzione risorse umane, quella di via Bergognone. Su 422 lavoratori di cui nel 2015 il San Raffaele ha censito lo stato di salute, appena il 59,9 per cento è risultato pienamente idoneo. Quattro visitati su dieci devono adeguare la natura e l'intensità del proprio impegno a causa di condizioni di salute precarie o gravi. "Il dato è notevole, ma non stupisce - dice Natale Cremonesi, segretario milanese di Cgil funzione pubblica - L'ufficio personale è uno dei settori meno esposti all'impegno fisico o relazionale, quindi è lì che vengono mandati i lavoratori di altri settori impossibilitati a svolgere incarichi pesanti".

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