Scandalo morti per superlavoro lambisce industria nucleare in Giappone

Approfondimenti su: dal Mondo ultima settimana e dal Mondo ultimo mese

Categoria: dal Mondo | Martedì 17 Gennaio 2017, Lavorare per vivere, ma non vivere per lavorare: anche perché si rischia di morire di troppo lavoro. Il tema degli eccessivi carichi da lavoro e delle morti da superlavoro, che in giapponese vengono definite con il termine "karoshi", è all'ordine del giorno da diversi mesi nel dibattito pubblico nipponico. E - a quanto scrive l'agenzia di stampa Kyodo - adesso nel mirino è finito uno dei più importanti operatori dell'industria nucleare nipponica: la Kansai Electric Power.

Il numero uno della utility, Shigeaki Iwane, è stato convocato dall'Ufficio ispezioni sugli standard di lavoro di Tsuruga in seguito al decesso di un caposezione 40enne che aveva un incarico particolarmente delicato: operava nel coordinamento dei lavori che dovrebbero riportare in funzione due reattori della vecchia centrale nucleare di Takahama, bloccati dopo l'incidente di Fukushima.

L'uomo, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa, avrebbe fatto straordinari per oltre 100 ore, e talvolta per quasi 200 ore, al mese. A questo va aggiunto che il manager continuava anche a lavorare da casa, rendendo virtualmente impossibile determinare il numero preciso di ore d'impiego. Secondo quanto hanno concluso le autorità competenti, la sua morte per suicidio avvenuta a metà aprile sarebbe stata dovuta al superlavoro. Un caso di "karoshi", appunto.

>> continua a pagina 2 >>


Questa pagina usa cookie tecnici. Accetta