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Categoria: Cultura | Mercoledì 08 Maggio 2019, Lessing, dichiarandosi spinozista, faceva riferimento infatti proprio all’inno goethiano, che fu da allora considerato, con le parole dello stesso Goethe “la scintilla di una esplosione che mise a nudo e manifestò i pensieri più segreti di uomini degnissimi, pensieri a loro stessi nascosti che giacevano inespressi in una società per altri versi altamente illuminata”. Dei temi accennati nel breve dramma, ampi e complessi, l’inno affronta soprattutto la negazione dell’onnipotenza degli dei. Anche gli dei infatti, come l’uomo, sono soggetti al tempo e al destino. Prometeo è intento a modellare figure a propria immagine e somiglianza, secondo l’immagine suggerita dalla fonte di Goethe, il dizionario mitologico di Benjamin Hederich.
Ponendo l’attività creatrice di Prometeo sullo stesso piano di quella di Giove, Goethe, come osserva Giuliano Baioni, supera la posizione del genio demiurgico settecentesco, che con Shaftesbury era visto solo come “secondo creatore”, sottoposto ad un dio creatore supremo.