The wolf of Wall Street - Recensione

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Categoria: Cinema | Lunedì 30 Aprile 2018, L’occhio di Scorsese è cinico, cerca di filmare una realtà per ciò che conosciamo essere stata (in base al libro Il lupo di Wall Street, scritto da Belfort stesso), senza mai indugiare troppo sugli eccessi ma mostrando le scene in modo festoso, esaltante e quasi felliniano. L’effetto spesso ironico o umoristico, secondo il regista, non è voluto ma fa parte di un meccanismo di difesa che dovrebbe sbucare fuori in automatico nel vedere il film. Scorsese ha anche invitato gli attori ad improvvisare parecchio (e si nota), e poi lega il film a numerosi aneddoti curiosi: la cocaina simulata mediante vitamina B polverizzata (che causò qualche problema di salute a Jonah Hill), la parola “fuck” che ricorre ossessivamente ben 569 volte (neanche fossimo in un film di Tarantino: The wolf of Wall Street si beccò una classificazione R-Rated da parte della censura), il ban da 5 paesi per via delle scene di sesso, una conturbante Margot Robbie coinvolta in più scene hot (incluso un nudo integrale, concordato in piena autonomia per immedesimarsi al meglio, perchè per il suo personaggio il suo corpo era considerato una forma di moneta, her body is her only form of currency in this world), lo stesso Di Caprio che affermò di essersi ispirato al controverso film Io, Caligola di Tinto Brass e Bob Guccione per evocare quella stessa atmosfera decadente.

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