Trump al Consiglio di Sicurezza ONU: intervenire subito in Burundi prima del genocidio

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Categoria: dal Mondo | Martedì 25 Aprile 2017, La mossa diplomatica di Donald Trump potrebbe essere il preludio di una svolta politica o militare tesa a risolvere la crisi burundese inziata nell’aprile 2015 e ora vicina alla deriva genocidaria contro la minoranza tutsi. La mossa americana è sostenuta da Israele e coinvolgerebbe la East African Community, Unione Africana e Unione Europea con l’obiettivo di rimuovere il regime HutuPower del ex presidente Pierre Nkurunziza.
Assieme alla lobby ebraica americana, Israele sembra aver convinto l’Amministrazione Trump della necessità di un attacco preventivo sia per evitare un secondo genocidio nella regione sia per garantire al 100% la sicurezza territoriale e della popolazione del Rwanda, considerato Paese Gemello di Israele causa gli olocausti subiti da entrambe le Nazioni durante il XX secolo. L’attacco sarebbe la seconda opzione. Prima Tel Aviv, Washington e le Nazioni Unite sperano di mobilitare la comunità internazionale per costringere Nkurunziza ad abdicare, forse sotto promessa di esilio e immunità. Il più grande ostacolo è rappresentato dai terroristi ruandesi FDLR che controllano di fatto il Paese. Le FDLR furono create nel 2001 dalla Francia, nel vano tentativo di riconquistare l’influenza perduta sul Rwanda, raggruppando le varie milizie responsabili del genocidio ruandese del 1994: 1 milione di morti, 10.000 vittime al giorno per 100 giorni.

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