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Categoria: Economia | Martedì 09 Febbraio 2021, In particolare, l’obiettivo della programmazione dovrà essere quello di incentivare i settori innovativi e di investire al fine di stimolare il potenziale innovativo dei territori per metterlo al servizio dell’economia regionale e nazionale.
Una definizione delle priorità, insomma, che tenga conto della situazione dell’Italia che, secondo il Quadro europeo di valutazione dell’innovazione 2019, ha un tasso d’innovazione inferiore alla media Ue e per questo è considerata un “innovatore moderato”. Le regioni nel complesso hanno dato segnali, sia pur deboli, di capacità innovativa, ma ad oggi solo il Friuli Venezia Giulia risulta ora essere un “innovatore forte” in Europa.
La prossima programmazione europea 2021-2027 punterà su ricerca e sviluppo molto più della 2014-2020. Attualmente l’Italia spende 6,7 miliardi di risorse legate alle politiche di coesione (4 miliardi dalle casse Ue, 2,7 da quelle nazionali) in ricerca e innovazione. La nuova programmazione complessivamente sarà di 272 miliardi di euro. Di questi, 226 miliardi per il FESR e 46 miliardi di euro per il Fondo di coesione. Questi investimenti dovranno essere concentrati su 5 obiettivi tematici:
1- sviluppo innovativo, intelligente e inclusivo, connettività, sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, amministrazione pubblica efficiente;
2- un’Europa più verde, a basse emissioni di carbonio e resiliente, transizione energetica, investimenti verdi e blu, l’economia circolare, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione dei rischi, nonché l’economia circolare;
3- un’Europa più interconnessa migliorando la mobilità;
4- un’Europa più sociale e inclusiva che attua il pilastro europeo dei diritti sociali;
5- un’Europa più vicina ai cittadini, promuovendo lo sviluppo sostenibile e integrato delle città e delle altre aree non urbane, attraverso iniziative locali.
Il fatto che l’Italia nel complesso non sia un innovatore forte denota un fallimento di fondo delle politiche strutturali e di sviluppo regionale. Perché un paese che non innova o innova poco è un paese che perde competitività e la perdita di competitività è l’anticamera del declino.


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