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Categoria: Leggi e Diritti | Mercoledì 22 Febbraio 2017, I veli in uso tra le donne musulmane sono vari e differiscono in base all’area geografica d’origine, riflettendone la cultura e la religiosità. Gli abiti integrali sono il burqa, tipico dell’Afghanistan, e il Niqab, usato in Yemen e in Arabia Saudita. Altri veli come l’abaya del Golfo Persico e il chador iraniano lasciano il viso scoperto; l’hijab è il comune foulard posto da molte donne islamiche su capelli e collo. Il burkini, invece, è un costume da bagno, nonché un marchio registrato, ideato dalla stilista australiana di origini libanesi Aheda Zanetti. Nonostante il nome, il burkini assomiglia più a un semplice hijab che ad un burqa: lascia, infatti, il viso totalmente libero.
In Occidente, alcune nazioni hanno vietato questi capi nei luoghi pubblici. Per prima la Francia, nel 2010, ha bandito l’uso del burqa e del niqab, considerati contrari ai valori laici della Repubblica, oltre che d’ostacolo all’identificazione e alla sicurezza. Nel 2011 anche il Belgio ha emanato disposizioni simili, dichiarando illegale qualsiasi travisamento del volto per motivi di ordine pubblico. Negli altri paesi europei non vi sono leggi particolari, ma solo discrezionalità per alcuni luoghi come le scuole. Nell’estate del 2016 molti comuni francesi decidono di vietare anche il burkini sulle spiagge, poiché contrario alla laicità e al buon costume e per questioni di ordine pubblico, legate alla situazione d’emergenza nazionale seguente gli ultimi attentati terroristici.