Coronavirus, le nostre vite e il nostro futuro.

di BeardRooster

Coronavirus, le nostre vite e il nostro futuro.

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Categoria: Attualita' | Mercoledì 11 Marzo 2020, Tra qualche anno, quando di questo periodo rimarrà solo il ricordo, diremo di aver vissuto nell’epoca del Corona Virus, lo racconteremo ai nostri figli, facendoci anche qualche risata, guardando le foto scattate in questo anno diremo “ti ricordi? Eravamo a casa per il virus quando l’abbiamo scattata”.
Il presente però è tutt’altra cosa, non c’è nulla da ridere e anzi le persone si trovano attanagliate in una morsa che è ben più pericolosa del virus stesso, il panico.
Il panico di questi giorni ha fatto emergere negli uomini una sorta di lato oscuro, che negli anni, grazia all’evoluzione abbiamo imparato a tenere nascosto nei meandri della nostra mente, ma che in un momento del genere, esce, riportandoci alla realtà e ricordandoci che in fondo non siamo altro che bestie; è così quindi che ci ritroviamo coi supermercati presi d’assalto, come se dovessimo prepararci ad un’imminente invasione aliena o ad una guerra atomica, nelle farmacie si fa razzia di disinfettanti e mascherine, spesso inutili, costringendo chi ne ha veramente bisogno ad acquistarli a cifre esorbitanti o ancora peggio, a rimanere senza.
Dall’altro lato della barricata però, c’è una porzione di umanità che ancora si sforza di dare un senso a questa parola. Persone, uomini e donne, che giornalmente si battono contro questo nuovo nemico, un nemico subdolo,che sta mettendo il mondo in ginocchio a colpi di starnuti; a tutte queste persone va il ringraziamento di ognuno di noi: ai medici, ai tecnici di laboratorio, agli infermieri e a tutto il personale sanitario,impegnati giorno e notte, nel fronteggiare quest’emergenza.
La situazione odierna,mette tutti alla prova, dal singolo cittadino ai rappresentanti politici, chiamati, forse per la prima volta, in questi anni di decadenza del dibattito politico, ad una prova di maturità; solo lavorando tutti insieme per il bene comune, ne usciremo limitando i danni e mi auguro con più consapevolezza di quanto gli eventi della vita, anche i peggiori, vadano affrontanti insieme.
La politica, ha reagito bene, attuando misure, spesso difficili da accettare, fidandosi della scienza, tramite un comitato scientifico, le restrizioni sono andate via via aumentando per culminare nel DPCM del 9 marzo 2020, data che segnerà uno step importante nella partita contro l’epidemia, ma che probabilmente in futuro verrà scritta nei libri di storia come il giorno in cui il governo italiano ha deciso di chiudere il paese, per il bene di tutti, perché i nostri nonni hanno ragione “L’importante è la salute” ed è proprio per salvaguardare soprattutto loro che dobbiamo stare a casa accettando le limitazioni imposte; usciamo per qualche giorno dalla nostra comfort zone. Gli sforzi di adesso verranno ricompensati più avanti.
Sono giorni difficili, ma dopo ogni tempesta,come per magia, compare l’arcobaleno e sono sicuro che quando la paura e l’apprensione lasceranno il posto alla razionalità diremo che il virus, “ha fatto anche cose buone”, parafrasando qualcuno dalla scarsa memoria storica.
Il virus, ha abbassato drasticamente la quantità di polveri sottili nell’aria delle zone più colpite, facendo prendere una boccata d’aria al nostro martoriato pianeta.
La natura, ha voluto ricordarci quanto siamo fortunati a vivere sulla terra, ma anche quanto siamo degli inquilini maleducati e indisciplinati. Nelle ultime settimane mentre il COVID-19 attirava tutte le attenzioni su di se, in Antartide si raggiungevano temperature mai registrate prima, oltre i venti gradi centigradi. Il polo sud, ci regala delle immagini atroci e drammatiche: i pinguini camminano nel fango, la neve si scioglie e non lascia spazio alle interpretazioni. E’ una situazione senza precedenti, dobbiamo preoccuparci e agire, adesso, perché potrebbe non esserci più tempo per rimediare dopo.
Il nuovo anno non è certo iniziato nel migliore dei modi: gli incendi in Australia, la situazione critica del riscaldamento globale, la diffusione del virus.
E’ facile dare la colpa di tutto alla sfortuna o a qualche pianeta allineato male; invece la malasorte c’entra poco o nulla: è il grido di aiuto del pianeta, sta a noi decidere se accoglierlo o no, sta a noi decidere se modificare il nostro stile di vita oppure no; far finta di non sentire il lamento di madre natura però ci porterà al punto di dover fronteggiare un nemico ben più grande di un virus, un nemico contro cui difficilmente potremmo combattere quando la situazione ci sarà sfuggita di mano.
Un’altra lezione che ha portato con se, questa epidemia, è che in un mondo in cui, il nazionalismo è tornato a spopolare, la realtà ci dice che i confini non esistono e che un problema globale può essere affrontato solo se si cerca una soluzione globale.
Nel 2020 non serve a nulla, parlare di confini, non serve estremizzare il concetto di patria, è inutile additare “l’altro” come colui di cui aver paura, venuto qua solo per rompere il sottile filo della serenità a casa nostra. Noi siamo abitanti di un territorio, che non si identifica con nessuna bandiera, tutti condividiamo la stessa casa; le barriere non esistono se non quelle della nostra mente e questo il virus lo sa bene e ce lo sta mostrando senza alcun timore.
I mesi di difficoltà passeranno, i giorni complicati ci scorreranno addosso e col tempo dimenticheremo tutto, la mia unica speranza è che in ognuno di noi rimanga impressa una nuova coscienza, un senso etico differente, che ci aiuti a comprendere quanto sia meravigliosa l’umanità, quella che sa ringraziare, che sa collaborare, che sa soprattutto aiutare, senza chiedere nulla in cambio, senza trasformare tutto in una lotta di forza tra “noi” e “gli altri”.


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