Gerusalemme: le dichiarazioni di Trump hanno reso più difficoltoso il processo di pace?

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Categoria: dal Mondo | Venerdì 09 Febbraio 2018, Quella di Gerusalemme è la storia di una città contesa, passata sotto diversi domini (babilonese, egiziano, romano, inglese) e, dopo la guerra del 1948-49, divisa tra israeliani e palestinesi.
Gli israeliani riunificarono Gerusalemme dopo la “Guerra dei 6 giorni” (1967), assumendo il controllo di tutta l’area della Cisgiordania. Nel 1980 Gerusalemme unita fu proclamata capitale di Israele, anche se le sedi governative rimasero a Tel Aviv, così come le rappresentanze diplomatiche degli Stati. Nonostante il mancato riconoscimento di tale proclamazione da parte dell’ONU e delle maggiori autorità internazionali, nel 2002 fu innalzata la barriera di separazione israeliana contro il terrorismo palestinese, che passa all'interno della città.
Il 5 dicembre 2017 il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha riacceso i riflettori sulla questione, riconoscendo pubblicamente Gerusalemme come capitale dello Stato d’Israele.
Favorevoli alla decisione di Donald Trump, naturalmente, i vertici della politica israeliana. I primi a esultare sono stati il primo ministro, Benyamin Netanyahu, e il presidente d’Israele, Reuven Rivlin.
In seguito al voto contrario dell’Assemblea generale dell’ONU in merito alla dichiarazione del presidente USA, l’ambasciatrice americana all’ONU, Nikki Haley, ha tenuto un intervento minaccioso, che lasciava intendere possibili ritorsioni da parte degli USA.
Un deciso sostegno a Donald Trump è arrivato dai cristiani evangelici degli Stati Uniti. Il leader del movimento evangelical, John Hagee, è stato infatti uno dei primi a commentare positivamente le scelte di Trump.
Contro le dichiarazioni del presidente USA si sono schierati in primo luogo i leader palestinesi. Forte opposizione è arrivata dal presidente palestinese Abu Mazen e dai rappresentanti dell’OLP. Minacce dirette, invece, sono giunte dal leader di Hamas, Ismail Haniyeh, che ha chiamato il popolo palestinese a una nuova Intifada contro Israele.
In risposta alle dichiarazioni di Donald Trump, i paesi musulmani dell’OIC, riunitisi d’urgenza a Istanbul e guidati dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, hanno dichiarato Gerusalemme Est capitale dello Stato di Palestina.
Anche dall’Europa non sono tardate le critiche: Macron, May, Merkel e la Mogherini si sono detti fortemente contrari alle scelte del presidente americano, così come il segretario generale dell’ONU, Antonio Gutierres, oppositore di qualunque soluzione unilaterale nella questione israelo-palestinese.
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