Categoria: Attualita' | Venerdì 20 Aprile 2018, E' sempre più diffuso il fenomeno di umanizzare o antropomorfizzare gli animali domestici, ossia attribuire loro aspetti e caratteristiche umane. Tra le maggiori esagerazioni in tal senso vi sono quelle legate allo sfruttamento dell’immagine degli animali di affezione sui social network e al mondo dell’abbigliamento e degli accessori moda: un business che sta portando allo snaturamento delle attitudini soprattutto dei cani.

Per i più allarmisti, l’estremizzazione di atteggiamenti di cura e affetto porta a conseguenze negative sia per gli animali, che non vengono assecondati nei loro bisogni e nelle loro peculiarità, sia per i padroni, che si trovano a rapportarsi con il mondo animale attraverso un codice comunicativo antropocentrico, quindi inadeguato a comprendere le peculiarità etologiche dell’animale.
Gli animali domestici meritano senz’altro rispetto, ma a volte si tende a esagerare, trattandoli addirittura come figli.

Al di là delle estremizzazioni, il giusto equilibrio nel rapporto uomo-animale porta notevoli benefici all’armonia familiare e alla salute psicofisica dell’essere umano.
Tra i favorevoli all'umanizzazione dei pets c'è chi sostiene che l’uomo senta l’esigenza di entrate in contatto con la sua parte "animale" e di rapportarsi con "altri animali" attraverso una comunicazione libera e scevra da condizionamenti. Ma l’antropomorfizzazione può avere conseguenze positive anche sull’animale, il quale si sente protagonista della vita familiare del proprio padrone. Con le giuste regole e la definizione di limiti e confini, possono esservi benefici tangibili nella vita di entrambi. In questo ambito, c’è chi chiede una maggiore attenzione al problema dei diritti degli animali e chi invece afferma che siano altri i diritti per i quali lottare in via prioritaria, come quelli dei bambini e degli anziani.
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