Il pagamento dei sacchetti biodegradabili è un deterrente contro l'uso eccessivo

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Categoria: Attualita' | Giovedì 18 Gennaio 2018, Il sito Pro\Versi ha pubblicato un approfondimento sul dibattito scatenatosi su media e social network a partire dal I gennaio 2018 intorno alla legge di conversione del DL 2017 n. 91, Disposizioni urgenti per la crescita economica del mezzogiorno, che prevede che i sacchetti di plastica leggeri e ultraleggeri utilizzati nei supermercati siano biodegradabili e compostabili, e che siano pagati dai consumatori.
La legge riprende una direttiva europea del 2015 che mirava a regolamentare l’uso dei sacchetti.
I nuovi “shopper” saranno composti per almeno il 40% da materia prima rinnovabile. La percentuale di materiale rinnovabile dovrà salire negli anni, fino ad arrivare al 60% della composizione nel 2021.
L’entrata in vigore delle nuove norme ha sollevato numerose polemiche. Le critiche maggiori si sono concentrate sul costo a carico del consumatore, sulla non completa degradabilità del prodotto e sulle voci di vicinanza del governo all’azienda di bioplastiche Novamont, principale produttrice dei nuovi sacchetti.
In difesa della nuova legge si è schierata Legambiente, che per voce del direttore generale, Stefano Ciafani, sostiene che le nuove norme sono necessarie per limitare il problema dell’inquinamento da plastica. Ciafani ha inoltre spiegato che il prezzo a carico del consumatore non è una tassa occulta, poiché anche prima i sacchetti erano a carico del consumatore.
Critici verso la legge sono invece i leader dei partiti di centrodestra, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che hanno accusato il governo guidato dal Pd di aver imposto, con i sacchetti bio a pagamento, una nuova tassa.
Anche parte della stampa e dell’opinione pubblica ha accusato il PD, e in particolare il segretario Matteo Renzi, di aver fatto un regalo all’azienda “amica” Novamont con questa nuova legge, poiché l’azienda piemontese è l’unica produttrice in Italia della materia prima prevista per i nuovi imballaggi, per cui, qualunque azienda voglia produrre sacchetti bio dovrà rivolgersi a loro.
Giuseppe Marino, giornalista de “Il Giornale”, ricorda la partecipazione alla seconda edizione della Leopolda di Catia Bastioli, ad della Novamont, e la sua successiva nomina a presidente di Terna, nel 2014, durante il governo Renzi.
Inoltre, sono stati sollevati anche dubbi tecnici dagli addetti ai lavori: i nuovi sacchetti rischiano di essere scartati dagli impianti di compostaggio, per i lunghi tempi di degradazione e per i disagi che creano al funzionamento dei macchinari.
Alle molte accuse ha risposto lo stesso Renzi con un lungo post pubblicato su Facebook, in cui definisce tali notizie banali fake news, figlie di un atteggiamento complottista diffuso.
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