La Cina: una potenza artica nell’Asia Orientale

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Categoria: dal Mondo | Giovedì 08 Giugno 2023, Pechino ha delle grandi aspirazioni per il 21° secolo: il progetto per una nuova Via della Seta terrestre, un’altra marittima e un’altra ancora attraverso l’Artico. Con Xi Jinping alla guida del paese, i grandi piani che l’apparato di partito aveva concepito per rendere la Cina ancor più grande, trovano voce e consensi da parte della maggioranza del popolo cinese. La presidenza di Xi è quella del “Sogno Cinese – Chinese Dream“, dei “no” agli Stati Uniti, del progetto “One Belt One Road“, e della Cina come “Grande Potenza Polare”.

Eppure, l’attuale amministrazione non sta immaginando niente di nuovo rispetto al passato. Tutto rientra nella narrativa politica del Partito che negli anni sta gradualmente svelando una “grand strategy”, per fare della Cina una nazione leader dell’Ordine Internazionale.

La Cina e l’Artico: tutto inizia a metà 2012.
L’interesse della Cina per l’Artico non è di oggi, cominciò a metà del 2012, quando alla guida del partito c’era ancora Hu Jintao. Fu in quell’anno che, prima Wen Jiabao si recò in visita diplomatica in Islanda e in Svezia e poi qualche mese dopo, nel giugno di quello stesso anno, lo stesso Hu si recò in Danimarca. Era la prima volta che un membro del Politburo del PCC (Partito Comunista Cinese), e perfino un Presidente cinese, si incontrassero con i governi dei suddetti stati, nonostante che, tanto per fare un esempio, con la Danimarca la Cina avesse rapporti diplomatici da più di sessanta anni.

Fu da quel momento che, da Pechino si cercarono dei legami più stretti con gli stati artici, ritenendoli attori indispensabili per lo sviluppo delle politiche artiche. Un forte segnale che la Cina attraverso le diplomazie, fosse desiderosa di partecipare agli sviluppi e alle nuove strategie di “governance” nella regione artica, dalla quale non voleva rimanere esclusa.

Near Artic State – Stato quasi Artico.
La Cina iniziò così a definirsi un “near Arctic state“, ovvero uno stato “quasi Artico”, poiché condivideva con gli stati che geograficamente si trovavano nella regione, una serie di interessi nazionali, che da quel momento avrebbe promosso e tutelato attraverso la cooperazione internazionale.

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