Macron io all'eliseo senza un partito, Le Pen mente perchè l'Europa ci salverà

Approfondimenti su: Politica ultima settimana e Politica ultimo mese

Categoria: Politica | Domenica 15 Gennaio 2017, Senza avere un partito alle spalle, ha creato un movimento, "En Marche!”, in cammino, che in qualche mese ha già raccolto centomila sostenitori. Va detto che l’iscrizione è gratis e si fa con un clic, ma molti riconoscono che la sfida apparentemente folle di Emmanuel Macron per conquistare l’Eliseo non è più da sottovalutare. L’ex consigliere di François Hollande e fino all’estate scorsa ministro dell’Economia, organizza comizi sempre più affollati in giro per la Francia, nei sondaggi è tra i politici più amati del paese e alcuni esperti prevedono addirittura che potrebbe essere la vera sorpresa di queste elezioni presidenziali, arrivando fino al ballottaggio contro la leader del Front National. «Bisogna mantenere la testa fredda», commenta con falsa modestia a cento giorni dal voto. Nel suo quartier generale è circondato da giovanissimi consiglieri, lui ha 39 anni. La moglie Brigitte lo aspetta in un’altra stanza, viene a salutare i giornalisti dopo l’intervista. Macron è sorridente, diretto, non sfugge alle domande, dà l’impressione di qualcuno che crede nella sua buona stella.

Come dobbiamo definirla politicamente?
«Il mio movimento vuole radunare social-democratici, liberali, centristi, ecologisti e soprattutto cittadini senza tessera politica. In Francia, non c’è stata una Bad Godesberg (mitico congresso della Spd nel 1959, ndr.) e dunque i social-democratici sono restati minoritari in un partito in cui il Super-Io continua a essere marxista. “ En Marche!” è dunque una coalizione di progressisti con un progetto comune per la Francia e per l’Europa».

Anche Le Pen sostiene che destra e sinistra non esistono più.
«Ma lei dice che Fillon ed io siamo la stessa cosa: è falso. Il vero antagonismo oggi è tra progressisti e conservatori, tra apertura e chiusura. E su questo punto c’è uno scisma nei due principali partiti di governo, con divisioni tra pro e anti-Europa, sul mercato del lavoro, sulla globalizzazione ».

Secondo lei l’Europa è la soluzione, non il problema?
«Assolutamente, se vogliamo davvero poter affrontare i problemi che abbiamo davanti. La sfida migratoria è cominciata con la guerra in Siria ma i flussi continueranno nei prossimi decenni a causa di nuove crisi politiche in Medio Oriente, in Africa, o ad emergenze climatiche. Gli Stati Uniti non vogliono più fare i guardiani di tutte le operazioni militari. L’Europa deve garantirsi da sola la propria sicurezza. Di fronte alla minaccia terrorista, la vera sovranità non è nazionale ma europea. Il mio progetto prevede di rilanciare l’Europa della sicurezza e della Difesa. Se non sarà possibile a 27, faremo una cooperazione tra un gruppo di paesi».

>> continua a pagina 2 >>


Questa pagina usa cookie tecnici. Accetta