Categoria: Cultura | Venerdì 21 Giugno 2019, Figlio di Ares (Marte), dio della guerra, e di Afrodite (Venere per i romani), dea della bellezza, dell’amore, e della fecondità, Fobos era la divinizzazione della paura. Insieme al fratello Deimos (letteralmente: spavento, terrore) prende parte alle battaglie del padre usando la propria forza di incutere terrore. Il suo tempio maggiore si trovava a Sparta e gli Spartiati (la classe più privilegiata di Sparta) pregavano nel tempio prima di scendere in battaglia. L’acero (Acero pseudoplatano), nella mitologia classica, era l’albero del dio della paura, Fobos. Questo accostamento era probabilmente dovuto al colore rosso sangue che le foglie prendono in autunno. Per questo motivo il contatto con l’acero era evitato dagli antichi Romani e Greci, i quali gli preferivano il platano, dalle foglie simili. Questa caratteristica negativa fa si che l’acero non sia molto citato negli antichi libri In alcune regioni della Francia e della Germania si dice che le cicogne usassero mettere dei piccoli rami di acero nei nidi per tenere lontano i pipistrelli, ritenuti colpevoli di danneggiare le uove.
25 apr - www.tanogabo.it (tanogabo) -
“L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire“.
Un’opera d’arte è in grado di comunicare un messaggio, di suscitare emozioni, di stimolare la riflessione. In questo periodo, dove tutto è consumismo, mi è sembrato opportuno pubblicare delle immagini che ci permettono di inviare, attraverso l’occhio, un giusto stimolo al cervello.
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28 mag - www.tanogabo.it (tanogabo) -
Vestito da mago, Nectanebo soleva fare modellini di legno delle sue navi e di quelle dei nemici e le faceva galleggiare, complete di ciurme di pupazzetti, in una grande vasca d’acqua. Poi pronunciava parole magiche, e allora, narra uno scrittore greco, “i pupazzi prendevano vita e le navi attaccavano battaglia“.
Con opportuni accorgimenti Nectanebo faceva in modo che le sue navi “sgominassero il
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02 mag - www.tanogabo.it (tanogabo) -
Nell’antico Egitto era raro che un mortale fosse elevato ai ranghi degli immortali, a meno che, naturalmente, non fosse di sangue reale. Il faraone era immortale, ma in genere il detentore di un rango inferiore, seppure importante, non avrebbe potuto accedere al rango di divinità, ed avrebbe dovuto accontentarsi di un riconoscimento terreno e forse di una fama che sopravvivesse alla sua morte.
I
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22 ago - www.tanogabo.it (tanogabo) -
Contrariamente ai patti, Issione non fece a Deioneo i doni che gli aveva promessi per le nozze, anzi lo uccise in modo particolarmente crudele, facendolo cadere in una fossa piena di carboni ardenti. Zeus lo perdonò, ma Issione, invitato ad un suo banchetto, cercò di sfruttare l’occasione per concupire Era; accortosene, il dio gli inviò una donna che aveva creato con le sembianze di Era da una nu
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06 ago - www.tanogabo.it (tanogabo) -
Originario di Lucca, dopo aver lasciato la città natale in giovane età per studiare in una Roma che si divideva tra estrosità tardobarocche e classicismo, Pompeo Batoni dapprima seguì lo stile di Carlo Maratta, il pittore più in auge del tempo, ma ben presto si distaccò dallo stile marattesco per andare incontro a un classicismo che guardava all’arte antica, a Raffaello e ai grandi maestri bologn
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23 lug - www.tanogabo.it (tanogabo) -
Le sue opere più importanti sono, a partire dal 1544, le grandi tele per la scuola di S. Marco, per la Trinità, ma soprattutto per la scuola di S. Rocco, alla cui decorazione si dedicò per 23 anni dipingendo scene del Vecchio e del Nuovo Testamento (tra queste è da ricordare, per la profonda drammaticità, una Crocifissione). Numerosi i suoi ritratti, la Donna in lutto di Dresda, il Sansovino degl
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23 mag - www.tanogabo.it (tanogabo) -
Raffaello amò profondamente le donne, nell’arte come nella vita. Vasari racconta che morì prematuramente per aver troppo amato, riferendosi alla sua disordinata vita sessuale. Fu un vero tombeur des femmes, amante di splendide donne, che posarono per lui nelle vesti di Madonne e/o figure mitologiche. La più famosa fra tutte fu Margherita Luti, figlia, si dice, di un fornaio di Trastevere e per qu
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