Scoppia il caso Adozioni della onlus Enzo B.Le famiglie pagano ma niente bambini

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Categoria: Attualita' | Domenica 15 Gennaio 2017, Il caso Etiopia sarà la dannazione di Enzo B, l’ente per le adozioni internazionali nato a Torino nel 2004 che è accusato da decine di famiglie di aver messo in piedi una truffa colossale che va avanti almeno dal 2011. Anche la procura di Torino ha aperto un’inchiesta dopo l’esposto di una famiglia. Sono più di cento le coppie che desideravano adottare e che raccontano di aver affidato incarichi alla onlus torinese per offrire una casa a bimbi orfani dell’Etiopia. A tutti sono stati chiesti contributi in anticipo per cifre che vanno da 3750 euro, per giornate di formazione, fino a oltre diecimila euro. Senza, in cambio, ricevere alcun servizio. E soprattutto senza concludere mai l’adozione.

Le procedure sono rimaste per anni nei cassetti della sede di via Onorato Vigliani, nel “villaggio” di Enzo B, in alcuni casi non sono neppure mai state tradotte. Solo nel 2013 l’ente ha fatto sapere che il Paese africano aveva chiuso i rubinetti delle adozioni, e cionostante sembra abbia continuato ad assumere incarichi fino al 2014. Per chiunque vada a bussare alla porta della onlus fondata da Stefano Bernardi e Cristina Nespoli, la risposta è il silenzio.
“Family for Children” è il nome di un comitato spontaneo formato da coppie di tutta Italia nato per raccogliere le storie delle tante famiglie adottive che sono finite in questo tunnel senza via di uscita. Pochissimi di loro disponevano di sufficienti risorse economiche per rivolgersi a nuovi enti o per cercare in altri Paesi, ricominciando tutto daccapo dopo aver atteso inutilmente per anni. Tutti quanti hanno visto svanire, impotenti, la speranza di avere un figlio come lo avevano immaginato, possibilmente piccolo, vittime di una spietata ma necessaria procedura che assegna neonati a coppie giovani e bambini più grandi man mano che invecchiano i genitori

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