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Categoria: Attualita' | Martedì 27 Giugno 2017, Il videogame sta pian piano soppiantando – nell’universo giovanile – la concorrenza dei media tradizionali. Le sue specificità sono da attribuire a un progresso tecnologico continuo e in rapida evoluzione. I media tradizionali hanno compreso l’importanza di stabilire con questo mercato un legame profondo. Videogiochi che ispirano film e film che diventano videogiochi è una prassi consolidata, con convenienza bilaterale e soddisfazione reciproca dei due mercati. Libri che suggeriscono nuovi titoli (si veda Harry Potter), programmi televisivi ispirati da console e video games, tornei virtuali e reali dietro i quali girano parecchi soldi. Sono addirittura stati istituiti diversi corsi universitari per sviluppatori di videogiochi, riconoscendone l’importanza ai fini sociali e come possibile sbocco lavorativo.
Secondo recenti studi, la maggioranza dei videogiocatori è nella fascia di età tra i 16 e i 29 anni, ma come comportarsi quando a giocare non sono che bambini?
Tra i temi principali che suscitano la preoccupazione dei genitori, c’è la relazione tra l’utilizzo dei videogiochi e lo sviluppo dell’aggressività e di una possibile dipendenza; c’è il timore che tali giochi.
Sono, tuttavia, in molti a spendersi a favore dell’utilizzo dei videogiochi in età infantile, caldeggiandone un uso a fini educativi. Sarebbe, infatti, sufficiente rispettare alcune norme di corretto utilizzo per scongiurare qualunque rischio: dal rispetto della catalogazione PEGI, all’attenzione al tempo di utilizzo, alla cura nella scelta dei giochi giusti, alcuni dei quali posso portare benefici sia fisici che cognitivi.
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