Un apparente paradosso: il vuoto non è poi così "vuoto"

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Categoria: Scienze | Giovedì 04 Gennaio 2018, Il nuovo paradigma che sta emergendo nella fisica contemporanea, vede lo spaziotempo non come un ente primitivo, ma derivato da "qualche altra cosa" (cosa effettivamente sia, è maledettamente complicato da definire).

In parole povere, il cosiddetto "spazio ambiente" visto come una sorta di contenitore della materia, semplicemente non esiste. Detto in altro modo, è la materia o meglio l'interazione tra enti materiali, a dar luogo alla nozione di spazio e, quindi, di tempo. Tolta la materia, sparisce anche lo spazio (e il tempo). Nel nuovo paradigma tali interazioni sono denominate "relazioni di reciprocità" e si esprimono nel formalismo della meccanica quantistica, attraverso ampiezze di probabilità. Ad esempio, negli spin networks di Penrose, si parte esclusivamente da un oggetto topologico denominato "grafo", ai cui vertici ci sono oggetti quantistici chiamati "spin". Intuitivamente, lo spin è una "rotazione quantizzata", e questo ci fa capire che le predette relazioni di reciprocità danno luogo, attraverso un procedimento di natura statistica, a concetti del tipo "direzione" dello spazio fisico. Rozzamente parlando è come se avessimo una "trottola infinitesima" la cui rotazione individua una direzione nello spazio.
Generalizzando questo procedimento, si ottiene un risultato analogo per il tempo. Nelle reti di spin non esiste uno spazio ambiente, nel senso che tale rete "non si trova in alcun luogo". È LA RETE CHE CREA IL LUOGO

Tutto questo ragionamento non fa una grinza. D'altra parte, il cosiddetto "vuoto" o "nulla" che dir si voglia, può essere strutturato come spazio topologico (di Hausdorff, per la precisione). In soldoni, possiamo individuare "chi è vicino a chi", con evidente abuso di linguaggio perché 1) l'insieme vuoto non contiene elementi; 2) non abbiamo definito una metrica, ovvero una "distanza".

In ogni caso, l'insieme vuoto ha una sua "struttura". Detto in altro modo, sembra impossibile "sbarazzarsi di ogni cosa". Qui forse raggiungiamo i limiti del pensiero razionale, nel senso che concettualizzare il Nulla è impossibile, addirittura da un punto di vista matematico. Tale conclusione ha una profonda ricaduta in fisica teorica: sono decenni che i fisici cercano di comprendere la natura del vuoto, tant'è che è nata una nuova branca della fisica che vede il vuoto come un nuovo stato della materia (dove non c'è materia, nel senso meccanicistico del termine). Il libro "La fisica del Nulla" presenta in maniera chiara i predetti concetti.
Conclusione: è impossibile sbarazzarsi dello spazio ambiente. Quest'ultimo è, "semplicemente", il Vuoto.

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