Voci dal Carcere: paura e solitudine mi hanno irrigidita rendendomi avara sui sentimenti

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Categoria: Societa' | Giovedì 24 Febbraio 2022, 6 GIUGNO 2021. La dimensione più intima di una detenuta che, con i suoi scritti profondi e carichi di sofferenza, apre una breccia nelle mura carcerarie e nella vita che c’è oltre. Un mondo cristallizzato nel silenzio e nella speranza, spesso nella preghiera e nel pentimento, talvolta nello spazio della brutalità di un animo che non sa più scorgere il cambiamento o l’inversione di prospettiva. A.T., l’autrice della lettera, attinge la forza dalla sua famiglia. “Mi sono rigirata nel letto ed ho guardato l’orologio (unico oggetto in plastica che mi è stato concesso di tenere): le lancette segnano delle 6 del mattino. E’ stato un rumore brusco dell’anta della finestra aperta a svegliarmi. Con gli occhi chiusi ho assaporato un corto e fiacco raggio di sole riflesso sulle sbarre, che ha contribuito a riportarmi ai soliti pensieri di casa e alla lettera del mio papà. Ma è quel – tutto a posto? – risuonato dall’esterno che mi ha riportato a questa triste realtà: sono ancora a Pozzuoli e non a casa mia.

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