Il governo provvisorio della Siria sta provando ad allargare i propri orizzonti politici e diplomatici. Tenersi in piedi su una sola gamba, quella dei fondamentalisti alimentati da Ankara, sta diventando impossibile. Così, per tenere unita la Siria e non cedere alle spinte settarie e centrifughe, il presidente ad interim al-Sharaa ha stretto un accordo con i curdi delle SDF. La Turchia non ha gradito, ma non può impedire ai siriani un certo margine di manovra, altrimenti scoprirebbe le sue carte in maniera plateale. Non è un segreto per nessuno che i turchi vogliono restare ben piantata nel nord della Siria e magari spingersi più a sud, ma a trattenerli vi sono gli altri attori in gioco nel grande teatro mediorientale. In primo luogo Israele, con cui è in atto una sorta di guerra fredda fatta di avvertimenti indiretti e minacce velate. Poi anche gli americani e i russi, che sembrano aver raggiunto tra loro una posizione di compromesso che li rende ancora più indigesti ad Ankara.