Non è ancora stato fatto un piano preciso per eliminare del tutto le importazioni di gas russo entro il 2027. O almeno Bruxelles ancora non lo ha annunciato, sebbene sia questo il momento, ammesso che si voglia davvero arrivare a quel risultato. I tentennamenti della UE e dei suoi Paesi membri nascondono una realtà variegata e molto amara per i fautori della transizione green e per i nemici ideologici della Russia. I dati che escono dal bilancio 2024 parlano di una crescita complessiva degli acquisti di gas russo da parte degli Stati UE, in particolare di Francia, Italia e Repubblica Ceca. Si sa che Ungheria e Slovacchia sono esplicitamente contrari, altri Paesi sono indecisi, e persino quelli apertamente desiderosi di chiudere ogni contatto economico con Mosca non possono impedire che altri importino le fonti energetiche russe che non cadono sotto sanzioni. Per loro, vi è un’altra recente brutta notizia, quella della possibilità di un dialogo fra Casa Bianca e Cremlino a proposito del ripristino del Nord Stream. Se tale gasdotto fosse rimesso in funzione, la Commissione Europea dovrebbe probabilmente riscrivere da capo tutto il suo piano di indipendenza energetica.