Bruxelles vorrebbe definitivamente recedere dai contratti di fornitura di combustibile russo. Vorrebbe trovare una via perfettamente legale e possibilmente indolore dal punto di vista finanziario. Così non creerebbe pericolosi precedenti giuridici e non dovrebbe pagare pesanti penalità che inficerebbero le aspirazioni ideologiche che muovono la Commissione Europea. Si tratta di un compito estremamente difficile, sebbene appaia semplice a chi crede che sia sufficiente dire basta e chiudere i rubinetti dei gasdotti. E invece è complicato sotto tutti i piani, compreso quello politico, che vede Ungheria, Slovacchia e altri Paesi poco propensi a fermare le forniture energetiche, indispensabili a cittadini e industrie.
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