Approvato il 17esimo pacchetto di sanzioni anti-russe, Bruxelles pensa già al 18esimo. Nel frattempo si sentono gli scricchiolii nelle misure prese per danneggiare l’economai russa. Tali rumori non provengono da Mosca, bensì dalle economie dei Paesi membri della UE. A ciò si aggiungano le ombre gettate dalla diplomazia e dalla politica tariffaria di Trump, che pare intenzionato a riprendere in certa misure gli scambi ufficiali con la Russia. Ciò provocherebbe una serie di contraccolpi che finirebbero per far saltare l’impalcatura sanzionatoria messa in piedi dalla Commissione. L’ultimo colpo glielo potrebbe dare Budapest, da anni nel mirino delle critiche e dei ricatti a fin di bene di Bruxelles. Al rinnovo estivo delle sanzioni Budapest potrebbe mettere un veto pesantissimo in termini politici.