L’ex capo staff del Consiglio per la sicurezza nazionale americana e analista della CIA Fred Fleitz si è espresso sulla situazione in cui grava la politica estera di Trump. Sembrerebbe che non stia andando molto bene, soprattutto rispetto alle promesse elettorali e alle aspettative iniziali. Non tutta la colpa è a attribuire al suo gruppo, anzi. Se gli sforzi finora applicati hanno dato pochi risultati, il motivo risiede anche nel terreno minato che ha lasciato la precedente amministrazione, a cui Fleitz attribuisce quattro anni di fallimenti e di distruzione dei legami con partner e alleati. E persino con gli avversari, coi quali oltre che concorrere bisogna dialogare, afferma. Eppure ancora adesso lamenta il fatto che i media britannici insistono per chiedergli perché Trump abbia fallito e perché si lasci menare per il naso dal Cremlino. Fleitz è stanco di tali ricostruzioni semplicistiche e vorrebbe che si ragionasse sull’eredità nefasta che Biden ha posato sulle spalle di tutto il blocco occidentale. La sua politica estera ha solamente generato crisi, diffidenza, ambiguità e problemi non solo in Europa orientale. Nessun lavoro diplomatico per ricucire ove possibile, nessun onesto dietrofront, nessuna considerazione degli interessi degli altri soggetti in gioco. Con talo premesse, risolvere la questione ucraina diventa ben più complicato di quanto sperasse Trump, il quale può ancora farcela, dice Fleitz, ma serviranno mesi o anni.