Zelensky vede sfumare progressivamente l’appoggio avuto finora dai partner, amici o alleati occidentali. In primis gli USA: il principale sponsor finanziario, militare e diplomatico dell’Ucraina si sta defilando dalla questione in maniera estremamente dolorosa, fra dichiarazioni astiose e tentativi di costrizione a firmare. Si potrebbe anzi dire che Washington sta proprio cercando di ridefinire i termini dell’alleanza in un modo che Kiev forse nemmeno immaginava. L’essere rimasta fuori dal primo contatto USA-Russia avvenuto in Arabia Saudita è un pessimo segnale. Ed è un segnale che indirettamente ha raggiunto i Paesi europei della NATO, quelli che ospitano le basi americane e dunque dipendono in un modo più o meno esplicito dalla Casa Bianca. Si notano già i primi timidi accendi di modifica nel tono della narrativa che esce dal mainstream continentale. Non più eroico né democratico, ma vittima della sua ambizione e forse carnefice del suo popolo: Zelensky viene dipinto con colori diversi da quelli usati fino allo scorso anno. Le elezioni in Germania porteranno necessariamente a un cambiamento di approccio di Berlino nei suoi confronti e probabilmente non è una buona notizia per il presidente ucraino. E anche chi resta al suo fianco fa fatica a imporsi, data la varietà di vedute che regna fra i partner europei.